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Covid 19

Dal Vaticano indulgenza plenaria e assoluzioni collettive per malati di coronavirus e chi li assiste

La Santa Sede ha annunciato la pubblicazione di un Decreto della Penitenzieria apostolica che concede indulgenza plenaria per tutti i malati di coronavirus nonché per tutti gli operatori sanitari e per tutti coloro che assistono i pazienti. Per i sacerdoti inoltre è stata concessa a possibilità di impartire l’assoluzione collettiva senza confessione.
A cura di Antonio Palma
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Indulgenza plenaria per tutti i malati di coronavirus nonché per tutti gli operatori sanitari e per tutti coloro che assistono i pazienti, lo ha deciso oggi il Vaticano che alla luce dell’emergenza Covid-19 in Italia e nel mondo ha deciso di emanare un Decreto della Penitenzieria apostolica a firma del cardinale penitenziere maggiore Mauro Piacenza e del reggente, monsignor Krzysztof Nykiel. “Affinché tutti coloro che soffrono a causa del Covid-19, proprio nel mistero di questo patire possano riscoprire la stessa sofferenza redentrice di Cristo, questa Penitenzieria Apostolica confidando nella parola di Cristo Signore e considerando con spirito di fede l’epidemia attualmente in corso, da vivere in chiave di conversione personale, concede il dono delle Indulgenze” recita il Decreto della Penitenzieria Apostolica .

Come spiega la nota della Santa Sede, tutti i malati, coloro che sono sottoposti alla quarantena così come gli operatori sanitari e i familiari dei pazienti possono ottenere l’Indulgenza plenaria anche semplicemente recitando il Credo, il Padre nostro e una preghiera a Maria. Non solo, come spiegano sempre dalla Santa Sede, con la stessa decisione, “vista la gravità delle attuali circostanze”, e “soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà”, è stata concessa per tutti i sacerdoti anche la possibilità di impartire “l’assoluzione collettiva”, cioè a più fedeli insieme, “senza la previa confessione individuale”. In questo caso il sacerdote è tenuto a preavvertire, entro i limiti del possibile, il Vescovo diocesano o, se non potesse, ad informarlo quanto prima an he dopo il fatto.

La Penitenzieria chiede infine anche di valutare “la necessità e l’opportunità di costituire, laddove necessario, in accordo con le autorità sanitarie, gruppi di ‘cappellani ospedalieri straordinari’, anche su base volontaria e nel rispetto delle norme di tutela dal contagio, per garantire la necessaria assistenza spirituale ai malati e ai morenti”.

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