Cuneo, detenuto disabile violentato per giorni dal compagno di cella: “Ennesima sconfitta dello Stato”

Minacciato con un coltello dal compagno di cella che doveva invece aiutarlo e violentato per giorni senza che nessuno si accorgesse di nulla. È la terribile denuncia di un detenuto disabile sessantunenne rinchiuso nel carcere di Cuneo che infine ha trovato la forza di confessarsi alla psicologa del penitenziario facendo scattare le indagini.
I fatti risalgono alla scorsa settimana quando, dopo il terribile racconto, l'uomo è stato portato all'ospedale di Cuneo per le visite e i controlli del caso e ne è uscito poi con una diagnosi di violenza sessuale. "Mi ha minacciato con un coltello, ha tentato di strangolarmi e mi ha stuprato" ha confermato ai sanitari la vittima degli abusi sessuali che ha difficoltà nel muoversi e fragilità psichiche.
Sul caso si è già mossa la procura di Cuneo che ha aperto un'indagine per violenza sessuale e sta raccogliendo ora testimonianze e referti. Secondo quanto ricostruisce Repubblica, il 61enne, in carcere da tanti anni per reati di truffa e lesioni personali, da poco era stato messo in cella con un altro detenuto più giovane, in carcere per questioni legate alla droga. A quest'ultimo era stato dato il compito di facilitatore cioè un detenuto che, una volta formato, assiste nelle faccende quotidiane un altro carcerato disabile.
Proprio approfittando di questa disparità e delle difficoltà del sessantunenne, però, l'uomo lo avrebbe aggredito fino alla violenza sessuale. I fatti sarebbero avvenuti in un'ala del penitenziario dove c'è libertà di movimento dei detenuti tra le varie celle con pochi agenti a sorvegliare tre piani e per questo nessuno si sarebbe accorto di quanto avvenuto.
"La violenza sessuale perpetrata nel carcere di Cuneo rappresenta l'ennesima sconfitta dello Stato di cui una incolpevole inerme e bistrattata polizia penitenziaria è costretta a prendere atto" ha denunciato il segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria Osapp Leo Beneduci, rivelando che di notte "un unico agente deve provvedere alla sorveglianza per 3 piani detentivi con gli esiti che sono purtroppo evidenti. È quindi della massima urgenza che rispetto ad eventi di una gravità inaudita quale quello occorso a Cuneo in luogo delle doglianze e delle accuse di rito, si provveda per correttivi quali l'incremento del personale di vigilanza e l'avvicinamento dei responsabili scarsamente disponibili e attenti".
Intanto in attesa degli sviluppi delle indagini, entrambi i detenuti sono tornati in carcere ma ovviamente sono stati spostati di reparto e divisi ed entrambi si trovano ora in isolamento.