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Incidente Funivia Stresa-Mottarone

Crollo della Funivia del Mottarone, si apre il processo per la strage in cui morirono 14 persone

Si apre questa mattina il processo per il crollo della Funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio del 2021. Nella strage morirono 14 persone, tra cui un bimbo di 5 anni trasportato in ospedale in gravissime condizioni. Tutte le tappe della vicenda dal crollo della Funivia all’inizio del processo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si apre nella mattinata di oggi, 17 gennaio 2024, il processo per la tragedia della Funivia del Mottarone, avvenuta intorno alle 12.30 di domenica 23 maggio 2021. Dopo quasi tre anni, questa mattina il processo si è aperto con l'udienza preliminare nell'aula allestita nell'auditorium della Casa della Resistenza di Fondotoce. In questa sede verranno ripercorse davanti ai giudici le tappe del tragico crollo che ha portato alla morte di 14 persone nel maggio del 2021, quando l'attività dell'impianto del Mottarone era appena ripresa dopo la lunga chiusura per la pandemia.

Quel giorno, con tanti turisti a bordo e altrettanti in attesa di salire sulla funivia, la cabina numero 3 è tornata indietro a pochi metri dal traguardo dopo che una fune traente dell'impianto si è spezzata, causando la morte di 14 persone, tra le quali anche un bambino.

L'incidente dopo il lungo periodo di chiusura dell'impianto

Il 23 maggio del 2021, l'impianto della Funivia del Mottarone ha riaperto le sue porte al pubblico dopo un lungo periodo di inattività dovuto alla pandemia di Covid-19. Quel giorno, anche per le condizioni meteo favorevoli con sole e clima mite, erano tantissimi i turisti in fila per salire sulle cabine della Funivia per un giro turistico. Intorno alle 12.30 di quella mattina, la fune traente dell'impianto si è spezzata e una delle cabine, la numero 3, è tornata indietro a tutta velocità a pochi metri dall'arrivo. La cabina, appesa al cavo portante, è andata poi a sbattere contro uno dei piloni del tracciato ed è precipitata al suolo in una zona boschiva, lontana da strade carrabili.

A quel punto sono stati allertati i soccorsi, arrivati immediatamente sul posto. All'inizio si parlava di 6 morti, poi di 8 e poi di dieci. Il bilancio si è poi assestato sui 13 morti, con due bimbi in gravissime condizioni in ospedale. Uno dei due è poi morto in serata, mentre l'altro piccolo ricoverato è sopravvissuto dopo giorni in coma.

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Il sequestro dell'impianto e l'apertura dell'indagine

Subito dopo l'incidente e i primi soccorsi per recuperare le vittime della strage, al Mottarone è arrivato il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi, che ha disposto il sequestro dell'impianto per tutti gli accertamenti del caso. Dalle prime verifiche è emerso che la causa dello schianto è stata la rottura del cavo traente, che sembrerebbe essersi "spezzato di netto". A quel punto è stata aperto un fascicolo per per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

A determinare il crollo della struttura, secondo il procuratore Bossi, sarebbe stata la rottura dei cavo traente che avrebbe dovuto far attivare la funzione di emergenza per impedire il crollo della cabina. I dispositivi di emergenza però non si sono attivati, forse a causa del "forchettone", un sistema utile a disattivare l'inserimento automatico dei freni di emergenza. I dubbi sul sistema frenante hanno portato gli inquirenti a indagare sulle misure di sicurezza e sulla manutenzione della funivia. Il fascicolo della Procura di Verbania è rimasto per il momento contro ignoti.

I primi interrogatori e l'acquisizione dei documenti

Il fascicolo aperto dalla Procura è rimasto contro ignoti anche mentre le autorità acquisivano i documenti necessari relativi alla manutenzione della struttura. Il 26 maggio 2021, sono state emesse tre ordinanze di fermo intorno alle 4.30 del mattino. A essere fermati sono stati Luigi Nerini, titolare della società di gestione della Funivia, il direttore di esercizio Enrico Perocchio e il caposervizio Gabriele Tadini.

Quest'ultimo, durante l'interrogatorio nella caserma dei Carabinieri di Stresa, ha ammesso di aver inserito i forchettoni per evitare il ripetersi di blocchi nel sistema frenante che da tempo non funzionava, in modo da non interrompere il servizio. I tre fermati sono stati poi condotti nel carcere di Verbania.

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Le prime scarcerazioni e la riassegnazione del caso

Sei giorni dopo i fermi, si è svolta presso il carcere di Verbania l'udienza di convalida come da prassi. Gli interrogatori si sono prolungati fino a quando, ormai in piena notte, il gip Donatella Banci Buonamici ha ordinato la scarcerazione per due persone, Nerini e Perocchio, rispettivamente gestore dell'impianto e direttore di esercizio. Per il  caposervizio Tadini, invece, è stato chiesto il regime dei domiciliari.

La decisione ha suscitato una reazione forte dell'opinione pubblica e il 3 giugno del 2021, il presidente del Tribunale si è schierato a favore del gip Donatella Banci Bonamici dopo le polemiche nate in seguito alla decisione. Pochi giorni dopo, però, sempre il presidente del tribunale di Verbania ha riassegnato il caso della Funivia al Gip titolare Elena Ceriotti, sollevando così dall'incarico Banci Bonamici.

Dopo la riassegnazione del caso, gli avvocati penalisti di Verbania hanno proclamato lo stato di agitazione, chiedendo l'intervento del Csm e del ministero su quanto avvenuto negli uffici giudiziari del posto, ipotizzando pressioni da parte della Procura Generale.

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Sale a 14 il numero degli indagati per il crollo della Funivia

Gli indagati elencati nella richiesta di incidente probatorio datata 1 luglio 2021 sono presto diventati 14, con dodici persone fisiche e altre due società: la prima è Ferrovie del Mottarone, proprietaria della Funivia, e la seconda è Leitner, che si occupava della manutenzione dell'impianto.

A persone fisiche e società sono stati contestati i reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Le due società sono state chiamate a rispondere amministrativamente per  omicidio colposo e lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Alle persone fisiche è stato inoltre contestato il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.

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L'inizio dell'incidente probatorio

Il 22 luglio 2021 si è aperto l'incidente probatorio sul disastro della Funivia del Mottarone. In quell'occasione sono stati stabiliti quindi i primi passaggi delle perizie tecniche ed è stata fissata per il 16 dicembre l'udienza per esporre le conclusioni dei periti. L'inchiesta si sviluppa su due fronti: quello tecnico e quello informatico. Dal 3 agosto, i periti si sono recati sul luogo della tragedia insieme ai legali per ispezionare la stazione di partenza e quella di arrivo in vetta. Poco lontano dal "traguardo", la fune traente si è spezzata causando così la caduta libera della cabina numero 3.

Su un altro fronte invece hanno iniziato a lavorare gli informatici, che si sono concentrati sull'analisi della scatola nera per la ricostruzione di quanto accaduto. Il 30 agosto del 2021, i periti informatici hanno poi allargato il loro lavoro a tutti i dispositivi informatici in dotazione alla gestione della funivia.

Chi erano le vittime dell'incidente della Funivia

Il bilancio dell'incidente si è fermato a 14 morti, tra i quali un bimbo di 5 anni deceduto in ospedale. Il minore, ricoverato d'urgenza in ospedale insieme al piccolo Eitan, è morto poco dopo il suo arrivo in reparto. Il secondo bimbo è invece sopravvissuto, diventando di fatto il "simbolo" della tragedia.

Nello stesso incidente, sono morti Vittorio Zorloni ed Elisabetta Persanini, di 55 e 37 anni, genitori del bimbo di 5 anni morto in ospedale dopo il primo soccorso; Amit Biran, 30 anni, Tal Peleg, 26 anni, e il piccolo Tom, di soli due anni. Morti anche Barbara Cohen Konisky, 71 anni e Itshask Cohen, di 82 anni, Mohammadreza Shahaisavandi, Serena Cosentino, Silvia Malnati, Alessandro Merlo, Angelo Vito Gasparro e Roberta Pistolato.

Il piccolo Eitan, invece, è diventato suo malgrado il simbolo della tragedia. Il minore ha perso nello schianto l'intera famiglia e i bisnonni. Dopo essere uscito dall'ospedale Regina Margherita dove era stato ricoverato subito dopo l'incidente, ha trascorso diverse settimane tra fisioterapia e riabilitazione.

Il bimbo è stato inoltre affiancato da una psicologa che lo ha seguito dalla lunga operazione per la frattura di braccia e gambe fino al suo arrivo a casa della zia paterna, la donna che ha ricevuto dal giudice l'incarico di tutrice legale. La donna, residente Pavia e già madre di due bimbi, ha ricevuto quindi formalmente l'incarico di occuparsi del bambino, oggi iscritto in terza elementare.

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Il rapimento del piccolo Eitan affidato alla zia

Il 1 settembre del 2021, mentre le indagini sulla tragedia andavano avanti, il nonno materno del piccolo Eitan lo ha prelevato da casa e lo ha portato fino a Lugano con un'auto a noleggio. Il piccolo è stato poi fatto salire su un volo privato per Tel Aviv. Dopo la scomparsa, il 12 settembre è stata aperta un'indagine per sequestro di persona nei confronti del nonno materno del bambino. Dopo un provvisorio affidamento alternato tra la zia paterna e il nonno materno, un giudice di Tel Aviv ha affidato il piccolo in via definitiva alla zia residente in Italia.

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Nuove tappe del processo per il crollo della Funivia del Mottarone

La Corte d'Appello di Torino ha accolto il ricorso del procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi contro l'ordinanza del gip Donatella Banci Buonamici che aveva disposto la scarcerazione di due dei tre fermati all'indomani della tragedia. Enrico Perocchio e Luigi Nerini, secondo l'accusa, avrebbero dovuto essere sottoposti almeno ai domiciliari, così come Gabriele Tadini, caposervizio della funivia. Il provvedimento è stato poi sospeso per il ricorso in Cassazione dei legali dei due indagati.

Nel frattempo, i rottami della cabina numero 3 sono stati portati in un magazzino della protezione civile al Tecnoparco di Fondotoce per essere ulteriormente analizzati. Il 17 gennaio del 2022 sono state prelevate le teste fuse delle due cabine per le analisi di laboratorio, mentre il 4 aprile dello stesso anno sono iniziati i nuovi interrogatori sulla manutenzione.

Il 12 maggio del 2022 si è verificato l'ultimo sopralluogo dei tecnici prima della chiusura dell'incidente probatorio al Mottarone per raccogliere alcune misurazioni necessarie alla definizione della perizia. Una decina di giorni dopo, il 26 maggio del 2022, è stata diffusa la relazione finale della commissione di indagine nominata dal ministero dei trasporti.Qui sono stati evidenziati anche i problemi della gestione e della manutenzione dell'impianto. Il 24 giugno è stata rinviata l'udienza dell'incidente probatorio: il Gip ha decretato lo slittamento ad ottobre per poter collezionare tutte le relazioni finali, non ancora pronte.

Il 16 settembre, i periti hanno depositato la loro relazione su quanto accaduto nel 2021 sulla funivia del Mottarone. Dalle centinaia di pagine di report, è emerso che la fune traente era già danneggiata, ma che i danni non erano stati evidenziati in nessun controllo. Il giorno successivo, la Cassazione ha confermato l'impianto accusatorio dell'inchiesta della Procura di Verbania e il 20 ottobre del 2022, è iniziata l'udienza conclusiva dell'incidente probatorio. Dopo 17 mesi di lavoro, prima con la redazione della perizia sui resti della funivia e poi con otto udienze, si conclude l'incidente probatorio e Nerini e Perrocchio vengono sospesi per un anno dall'esercizio dell'attività, come misura cautelare.

Il 18 gennaio del 2023, invece, il Tribunale di Verbania ha respinto la richiesta avanzata dai legali di Ferrovie del Mottarone per ottenere un milione e centomila euro dal comune di Stresa per la ristrutturazione. L'azienda aveva anticipato la somma per i lavori di ristrutturazione e secondo i suoi legali, il Comune avrebbe dovuto versare dal 2021 al 2028 la cifra alla società. Il titolare delle Funivie ha poi deciso di ricorrere in appello contro la decisione del Tribunale civile di Verbania.

La chiusura definitiva delle indagini è arrivata il 19 maggio del 2023, mentre il 27 ottobre dello stesso anno viene fissata l'udienza preliminare, attesa per il 17 gennaio.

Il 24 novembre del 2023 è stato invece firmato a Baveno l'accordo per il nuovo impianto. Ad annunciarlo presso il Forum Internazionale del Turismo, è la ministra Daniela Santanché, che con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la sindaca di Stresa, Marcella Severino, ha firmato l'accordo per la nuova struttura.

Il ministero ha fatto sapere di voler stanziare 15 milioni, mentre la Regione di voler finanziare il progetto, che si concluderà entro l'estate del 2025.

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