1.892 CONDIVISIONI
Covid 19

Covid, Bassetti: “Troppi tamponi e bollettini: così non decollano le quarte dosi di vaccino”

L’intervista di Fanpage.it a Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova: “I dati ci dicono che sta ritornando a circolare il virus. Ma non è detto che la pressione sugli ospedali torni a salire. Siamo in una situazione paradossale per cui con i numeri che vengono dati dal bollettino non si capisce cosa realmente stia succedendo”.
Intervista a Dott. Matteo Bassetti
direttore Clinica Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova.
A cura di Ida Artiaco
1.892 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"I dati ci dicono che sta ritornando a circolare il virus, e probabilmente lo farà ancora di più nelle prossime settimane. Ma bisogna cambiare il modo di analizzare questi numeri. Anche perché troppi tamponi e bollettini stanno dando una bastonata alle quarte dosi di vaccino".

A parlare a Fanpage.it è Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, che ha fatto il punto della situazione Covid dopo che l'ultimo monitoraggio settimanale realizzato dalla Cabina di Regia ha evidenziato un aumento dei contagi in tutta Italia.

Dott. Bassetti, cosa possiamo evincere dai numeri degli ultimi giorni?

"I dati ci dicono che sta ritornando a circolare il virus. Ma ormai lo conosciamo e sappiamo come funziona: oggi c'è una variante più contagiosa di quella che avevamo nello stesso periodo dell'anno scorso quindi è verosimile pensare che avremo un ulteriore aumento dei contagi.

Tuttavia, non possiamo ancora sapere se questo aumento delle infezioni porterà anche ad una crescita significativa dei ricoveri per Covid, che è quello che più ci interessa.

Dopo due anni e mezzo ci ritroviamo ancora in una situazione paradossale per cui con i numeri che vengono dati dal bollettino non si capisce cosa realmente stia succedendo".

In che senso?

"In quel bollettino abbiamo quanta gente ha un tampone positivo in più rispetto al giorno precedente. Ma non sappiamo quanti hanno sintomi, di che tipo siano ed anche l'aumento dei ricoveri nella realtà non ci dice nulla perché se io oggi faccio un tampone ad un paziente che deve fare un intervento in ospedale finisce nel calderone dei Covid, ma può essere che non abbia alcun problema ai polmoni e che sia asintomatico.

E ciò è molto facile che succeda quando si è in presenza di una popolazione che per il 95% è protetta tra vaccinati e guariti.

Siamo di fronte a situazione paradossale per cui da una parte vediamo numeri che salgono e continueranno a farlo, dall'altro non è detto che ci sarà pressione sul sistema sanitario. E questo dispiace, perché a due anni e mezzo dal primo caso Covid avremmo dovuto in qualche modo purificare questi dati".

Cosa si potrebbe fare secondo lei?

"Noi abbiamo un lordo ma dovremmo avere un netto. Da medico non guardo al tampone ma al paziente, che deve essere classificato sulla base di criteri clinici che possono permettere di registrarlo come caso Covid.

Quello che noi vediamo non è un dato medico ma biochimico. Avere il virus non vuol dire niente. Speravo che fosse chiaro a tutti, ma evidentemente non lo è. Qui non si tratta di volere minimizzare il problema, ma di voler dare delle informazioni corrette all'opinione pubblica, perché così facendo stiamo arrecando un danno ai vaccini".

La gente pensa che sia inutile vaccinarsi se poi si positivizza ugualmente. Bisogna far capire loro che ci si vaccina perché non ci si deve ammalare di polmonite e per non andare in ospedale.

In Italia, più che negli altri Paesi, stiamo continuando a fare tamponi e bollettini che stanno una bastonata molto forte alle quarte dosi".

Eppure, l'unico modo che abbiamo per proteggerci dal virus sono ancora i vaccini….

"Io l'anno scorso in questo periodo avevo il reparto che era nuovamente pieno e oggi non ho un paziente Covid ricoverato. Quindi mi pare evidente che qualcosa sia successo.

È vero che siamo di fronte a una variante meno grave ma c'è anche una popolazione più protetta. Se oggi vediamo un'aumentata circolazione del virus e non vediamo gli ospedali che soffrono è sicuramente merito del vaccino. Il messaggio è questo.

Se hanno funzionato le prime tre dosi, su alcune categorie di persone, come over 65 e fragili, è evidente che questi soggetti hanno bisogno di ulteriore dose di anticorpi data dal booster.

Bisogna insistere per far capire alla popolazione che lo scopo della vaccinazione non è quello di evitare la circolazione del virus, ma di evitare che si sviluppino forme gravi della malattia. È questo vale anche per l'influenza".

Le è sempre stato "un nemico" delle mascherine. È dunque d'accordo con la decisione di eliminarne l'obbligo?

"Sono nemico delle costrizioni delle mascherine. Credo che in un momento storico come quello che abbiamo vissuto nel 2020 e 2021 fosse anche giusto imporre l'obbligo.

Oggi però trovo sbagliato l'obbligo, ho detto che la mascherina la dovranno continuare a usare alcune persone a prescindere dagli obblighi.. Dobbiamo essere più occidentali in questo: in altri Paesi a noi vicini le mascherine sono da tempo facoltative, senza che ci sia un poliziotto che fa la multa a chi non la indossa. Finalmente usciamo anche noi" da questa logica.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
1.892 CONDIVISIONI
32800 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views