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Emergenza lavoro

“Così il reddito di cittadinanza mi ha dato la dignità di curarmi e sperare in un futuro migliore”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una donna che descrive il reddito di cittadinanza come un provvedimento che le ha ridato la dignità: “Dopo anni di sfruttamento, con la pandemia è arrivato il buio ma anche la luce”.
A cura di Redazione
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Fanpage.it riceve e pubblica la lettera di una donna che parla di come il reddito di cittadinanza le abbia ridato la dignità. Dignità "di essere umano" e di "vivere una vita dignitosa", spiega.

"Da quando hanno introdotto questa misura di assistenzialismo se ne sono sentite dire tante, ci hanno chiamato fannulloni, scansafatiche, persone a cui piace ricevere soldi senza sacrificio, non è affatto così, almeno non per me e per altre persone che conosco", racconta.

La lettera a Fanpage.it

Sono una ragazza che vive a nord della Puglia, il mio nome non ha importanza. Scrivo questa lettera per dire come il reddito di cittadinanza mi abbia ridato la dignità di essere umano e di vivere una vita dignitosa.

Da quando il governo dei 5 stelle ha introdotto questa misura di assistenzialismo se ne sono sentite dire tante, ci hanno chiamato fannulloni, scansafatiche, persone a cui piace ricevere soldi senza sacrificio, non è affatto così, almeno non per me e per altre persone che conosco.

Io come tante altre persone purtroppo decisi di fermarmi alla terza media e affacciarmi nel mondo del lavoro, un mondo fatto di sfruttamento. Con la scusa che imparavo un mestiere non venivo retribuita e lavoravo dalle 10 alle 12 ore al giorno, con il passare degli anni si vedevano i primi soldi, 200 euro al mese, stagioni estive a 300 euro al mese e quando mi andava bene 400 euro al mese sempre per 12 ore al giorno.

Trattata come schiava e non potevi neanche dire che non andavi a lavorare perché non stavi bene. I contratti inesistenti, anche di apprendistato, mai visti, ogni mio diritto inesistente. Gli anni sono passati, sono andata a vivere sola, il massimo dello stipendio 700 euro.

Ho iniziato a vedere un futuro sempre più incerto, 22 anni di lavoro, nessun contributo, nessun centesimo da parte e continuavo a stare con i soldi contati, dovendo anche arrivare a rinunciare a visite mediche e farmaci, cose importanti.

Purtroppo tutte quelle ore di sfruttamento mi hanno causato stress e diversi problemi fisici che solo grazie al reddito di cittadinanza io oggi posso curare, anche se non passeranno mai più. Ho consultato almeno 5 medici, tutti la stessa risposta sulla causa.

Nel 2020 arriva la svolta, arriva la pandemia, arriva il buio ma anche la luce. Anche in quella situazione non avendo contratto non ho avuto diritto alla cassa integrazione ma solo a un buono spesa di 100 euro. Chi mi ha aiutata? I miei genitori a quasi 40 anni.

Con la riapertura dopo il primo lockdown dal lavoro mi hanno comunicato che non potevano più tenermi a causa della crisi. Cosa dovevo fare con un affitto da pagare? Ho fatto domanda per il reddito di cittadinanza e ho deciso di dare una svolta, mi sono iscritta alla scuola serale per prendere il diploma, un titolo di studio, perché purtroppo con la terza media non si va da nessuna parte.

Il reddito di cittadinanza mi ha dato non solo la dignità di curarmi, pagare un affitto, ma anche di cercare di avere un futuro migliore. Ora con la nuova legge verrà dopo un anno smantellato definitivamente.

Dove andrà chi non trova lavoro? Io forse espatriando in un altro Stato e non avendo figli forse qualcosa la troverò, ma chi ha 50 anni senza un lavoro e con una famiglia che farà? Questo Paese già a 45 anni ti ritiene troppo vecchio.

I ragazzi di oggi chiedono solo ciò che gli spetta e fanno bene a non fare il mio stesso errore. La carenza di personale è colpa dello sfruttamento, non del reddito di cittadinanza.

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