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Così entravano nelle mail sui restauri a Firenze: come funziona la truffa “man in the middle” da milioni di euro

Le indagini della Procura e della Squadra Mobile di Brescia hanno svelato come funziona la truffa chiamata “man in the middle”: entrando nelle email che gestiscono i lavori di restauro a Firenze 10 indagati hanno sottratto 1.785.366 euro alla Onlus l’Opera di Santa Maria del Fiore.
A cura di Giorgia Venturini
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Erano riusciti a inserirsi nello scambio di email tra l’Opera di Santa Maria del Fiore – ovvero chi gestisce a Firenze la Cattedrale, il campanile di Giotto e il Battistero – e chi si sarebbe occupato dei lavori di restauro del Complesso Eugeniano di Firenze. Così si sarebbero attivati i truffatori che con un clic hanno fatto sparire alla Onlus 1.785.366 euro. Le indagini della Procura e della Squadra Mobile di Brescia hanno stimato un giro di affari da circa 30 milioni di euro. Gli indagati sono 10, una persona risulta irreperibile.

Nel dettaglio, la maxi truffa ai danni dell’Opera di Santa Maria del Fiore si è verificata tramite due bonifici ravvicinati: tutto sarebbe partito da agosto 2024. Il primo bonifico era partito perché la Onlus era convinta di saldare il conto a un'impresa veneta: ovvero con quella con cui era stato firmato un contratto per procedere con i lavori di restauro del Complesso Eugeniano di Firenze. A fare insospettire però la Onlus è stata la seconda richiesta di un bonifico a pochi giorni dal primo. Qualcosa di insolito, insomma non erano questi gli accordi.

A distanza di poco sono scattate le indagini che hanno svelato quanto in realtà è accaduto: i truffatori si erano intrufolati nello scambio di mail tra committenza e impresa. In questo modo avevano scoperto nome dell'impresa, gli accordi e il tipo di lavoro. Sapendo i dettagli si erano garantiti i soldi: l'iban su cui era stato girato il bonifico si è scoperto essere legato a un conto corrente in una filiale bancaria di Sarezzo, in provincia di Brescia. Titolare di questo conto era un prestanome, pagato dai truffatori 50mila euro per inserirsi nel resto. Questo tipo di truffa è chiamata "man in the middle".

Ma le indagini hanno svelato molto di più. Dietro a questa truffa si nascondeva un sistema di riciclaggio tenuto in piedi da una rete di cartiere che emettevano fatture false agli imprenditori. Ecco quindi come gli affari illeciti ammontavano a 30 milioni di euro. Per ripulire i soldi il sistema poteva ancora contare su due fratelli della provincia di Bergamo. Il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, ha precisato che si tratta di un vero e proprio "vulnus per l’economia nazionale, un sistema creditizio parallelo a quello legale".

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