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Omicidio Giulia Cecchettin

Perché Filippo Turetta ha deciso di rinunciare all’appello: non c’entra lo sconto di pena

L’avvocato Daniele Bocciolini spiega a Fanpage.it cosa succede a Filippo Turetta dopo che ha rinunciato al processo di appello per l’omicidio di Giulia Cecchettin: “Significa che si accetta quanto stabilito dai giudici di primo grado e che, con ogni probabilità, diventerà definitiva la condanna all’ergastolo. Non sono previsti sconti di pena per questo. Ma potrebbe ottenere una attenuante”.
A cura di Ida Artiaco
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Turetta a processo
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Filippo Turetta ha rinunciato a sorpresa al processo di appello. Il 23enne, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin ha annunciato la sua decisione in una lettera indirizzata al Tribunale e alla Corte d'Appello di Venezia, in cui dice di avere un "pentimento sincero", e che la sua scelta non è strumentale a sconti di pena. Ma è davvero così? Cosa succede adesso?

Fanpage.it lo ha chiesto a Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma, secondo il quale Turetta effettivamente non potrà avere sconti di pena secondo quanto stabilito dalla legge.

"La Corte di Assise di Venezia il 3 dicembre 2024 ha condannato Filippo Turetta alla pena dell'ergastolo. La difesa aveva presentato appello anche per far cadere l’aggravante della premeditazione visto che l’aggravante della crudeltà era stata già esclusa dal giudice di primo grado. La finalità era quella di far cadere l’ergastolo. La rinuncia all’impugnazione è un atto negoziale tramite il quale la parte, che ha impugnato, manifesta di non volersi più avvalere della già proposta impugnazione. È chiaro che in questo caso deve essere presentata con atto formale e comporta la dichiarazione di inammissibilità dell’appello proposto. Questo significa che si accetta quanto stabilito dai giudici di primo grado e che, con ogni probabilità, diventerà definitiva la condanna all’ergastolo. Non sono previsti sconti di pena per questo. Il nostro sistema prevede la riduzione di 1/6 della pena solo se l’appello non si presenta proprio e non se si rinuncia", ha spiegato Bocciolini.

Tuttavia, ha aggiunto l'avvocato, "Turetta che rinuncia per manifestare il proprio pentimento potrà comunque puntare a ottenere la giustizia riparativa (introdotta nel nostro ordinamento dalla Legge Cartabia, ndr) che, in caso di esito positivo, porterebbe anche ad ottenere una attenuante". Ma si tratta di una possibilità al momento molto lontana, anche perché la giustizia riparativa coinvolge – se lo vogliono – tutte le parti in gioco, compreso chi è stato ferito dal reato.

Inoltre, resta in piedi il ricorso in Appello presentato dalla procura di Venezia, che contesta la mancata applicazione dell'aggravante della crudeltà. L'udienza in questo caso è fissata per il 14 novembre prossimo. I suoi legali avevano impugnato la sentenza di primo grado contestando l'aggravante della premeditazione: Turetta, avevano detto i suoi avvocati, non avrebbe progettato l'omicidio ma avrebbe agito d'impeto. I giudici della Corte d'assise che l'ha condannato hanno invece affermato che il delitto venne preparato con cura e che Turetta scrisse anche una lista delle "cose da fare" in vista dell'omicidio.

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