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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa dice la perizia super partes su Garlasco, le conclusioni di Albani: “Impossibile identificare singolo soggetto”

Le conclusioni della perita Denise Albani sul delitto di Garlasco: sostiene che l’analisi del cromosoma Y non è, per sua stessa natura, identificativa. Il dna insomma è compatibile con l’attuale indagato Andrea Sempio, ma il risultato non è affidabile.
A cura di Susanna Picone
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Chiara Poggi
Chiara Poggi
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Il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi, la ragazza uccisa nel 2007 a Garlasco, è compatibile con la linea genetica maschile della famiglia Sempio, ma non è possibile "addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". È questo in conclusione ciò che emerge dall’attesa perizia della dottoressa Denise Albani, depositata nelle scorse ore e che Fanpage.it ha avuto modo di visionare. Il dna sulle unghie di Chiara può essere attribuito per l'analisi biostastistica ad Andrea Sempio – oggi nuovo indagato nell’inchiesta e che all’epoca dei fatti, amico diciannovenne del fratello della vittima, frequentava la villetta di Garlasco – ma per la perita della polizia scientifica non è insomma possibile stabilire con "rigore scientifico" se gli aplotipi provengano da fonti del DNA depositate sotto o sopra le unghie della vittima e, nell'ambito della stessa mano, da quale dito provengano, quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico, perché ciò si sia verificato e quando sia avvenuta.

Nella sua perizia di circa 90 pagine depositata alla gip Daniela Garlaschelli Albani fa capire anche che a molte risposte non si può giungere anche per come vennero svolte le analisi sulle unghie nel 2014 quando il professor Francesco De Stefano firmò la sua perizia nel processo d'appello bis ad Alberto Stasi. Ma in ogni caso "l'analisi del cromosoma y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto".

L'esito dei calcoli biostatistici offre un "supporto" da "moderatamente forte" a "forte e moderato" all'ipotesi che Andrea Sempio o "tutti i soggetti imparentati" con lui per via paterna abbiano contribuito alle tracce di dna misti e parziali ma non si arriva a individuare un singolo soggetto. Tra le altre cose, nelle conclusioni della perizia si legge che da tutti i prelievi realizzati sugli acetati, risultati negativi alla ricerca di sostanza ematica umana, non è stato estrapolato alcun profilo genetico utile a fini identificativo – comparativi, coerentemente con quanto emerso dagli esiti di quantificazione del DNA. Una sessantina in tutto gli acetati rinvenuti sulla scena del crimine e su cui non è stato trovato sangue, né sono stati estrapolati profili genetici utili per comparazioni.

La perita ha analizzato la spazzatura di casa Poggi, dalla cannuccia dell’Estathé attribuita ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio, al Fruttolo con tracce della vittima, e comunicato gli esiti dei prelievi ematici sul tappetino del bagno di casa. Qui è stato rinvenuto materiale genetico della vittima e di suo padre. Nessun riferimento ad Andrea Sempio. Per quanto riguarda gli esami sulla garza utilizzata in sede autoptica come tampone orale viene fuori che "tutti i prelievi hanno avuto esito negativo per la ricerca di liquato seminale umano".

E si legge: "La presenza della contribuzione allelica relativa agli aplotipi di Ferrari Ernesto Gabriele e del prelievo cadaverico 153-E sulla garza usata come tampone orale della vittima è da ricondursi verosimilmente a fenomeni di contaminazione avvenuti in sede autoptica". Albani ricorda anche che le attività precedenti di De Stefano hanno previsto la totale distruzione dei margini ungueali.

La perita ritiene che non sia possibile considerare le tre sessioni di tipizzazione Y relative a ciascun margine ungueale come repliche ma vanno prese in considerazione come risultanze indipendenti, “con il limite oggettivo di non possedere alcun risultato consolidato e di non poter estrapolare alcun profilo consenso”. Per concludere – si legge ancora – la perita ritiene che una corretta valutazione degli esiti dei calcoli biostatistici in parola con supporto moderatamente forte/forte e moderato circa la contribuzione di Sempio (e di tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare) alle tracce Y428 – MDX5 e Y429 – MSX1 debba necessariamente tenere conto di tutte le “proprietà intrinseche” che caratterizzano gli aplotipi oggetto di comparazione, delle molteplici criticità riscontrate nella disamina degli atti e delle limitazioni in termini di conoscenze e applicativi attualmente disponibili nella comunità scientifica internazionale per le valutazioni biostatistiche (uno fra tutti l’assenza di un database che contempli la popolazione locale d’interesse).

L’analisi del cromosoma Y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto, anche qualora i risultati siano completi, consolidati e attribuibili a una singola fonte. Albani scrive infine che a suo parere le strategie analitiche adottate nel 2014 hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati (congiuntamente comparabili) al fine di giungere a un risultato che fosse certamente affidabile e consolidato o, diversamente, certamente non interpretabile perché caratterizzato da artefatti.

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