Cosa dice il documento inedito sul mostro di Firenze svelato da suor Elisabetta, l’assistente di Pacciani

La Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" ha chiesto formalmente di acquisire un documento finora inedito, emerso nel corso di una puntata di Pulp – il podcast di Fedez e Mr. Marra – che riporta una lista di otto nomi legati, a vario titolo, alle vicende del Mostro di Firenze. Il foglio, intestato "Retau 1974", è stato mostrato da Annamaria Mazzari, conosciuta fino al 2004 come suor Elisabetta, per anni assistente spirituale di Pietro Pacciani durante i processi.
La richiesta di acquisizione – a cui potrebbe aggiungersi l'ascolto di testimoni che in tempi recenti hanno incontrato per interviste la Mazzari – è arrivata dopo la messa in onda dell’episodio, trasmesso il primo dicembre 2025, e punta a una “perizia pro veritate” per verificarne autenticità, provenienza e contenuto. Un passaggio che porta il documento dall’ambito mediatico a quello istituzionale, attribuendogli una potenziale rilevanza per i lavori della Commissione.
Il foglio riporta otto nominativi: "Rodolfo Fiesoli, Luigi Goffredi, Rolf Reinecke, ‘Duca' (nome barrato nel documento, ndr), Joe Bevilacqua, Francesco Calamandrei, Francesco Narducci, Giulio Cesare Zucconi". Accanto ad alcuni nomi compaiono sigle e cifre – L5, L6, L7 – compatibili con importi in lire. L’unico privo di annotazioni è “Duca”, cancellato con una riga.
Secondo la ricostruzione proposta nel podcast, “Retau” indicherebbe una presunta struttura organizzata, mentre il riferimento al 1974 rimanderebbe al primo duplice omicidio attribuito al Mostro. La stessa Mazzari definisce l’elenco "una squadra della morte, che comprende sette profili con un unico obiettivo", aggiungendo che "Pacciani fu solo un incidente di percorso, non faceva parte di questa squadra della morte ma ha conosciuto alcuni del team".
A rendere il documento particolarmente sensibile per la Commissione è la presenza, in cima alla lista, dei nomi di Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi, fondatori della comunità “Il Forteto”. Di cosa parliamo? Di una cooperativa agricola e comunità di accoglienza fondata nel 1977 nel Mugello, in Toscana, che per anni ha ospitato minori affidati dai tribunali. Guidata da Rodolfo Fiesoli, è divenuta oggetto di uno dei più gravi scandali italiani legati agli affidamenti: indagini e processi hanno accertato abusi sessuali, maltrattamenti e violenze psicologiche sistematiche ai danni di minori e soggetti vulnerabili. La vicenda ha portato a condanne definitive, commissioni parlamentari d’inchiesta e al commissariamento della cooperativa.
A scanso di equivoci il foglio mostrato da Pulp non costituisce una prova giudiziaria. Tuttavia, come sostengono gli stessi autori del podcast, "nessun nome è casuale. Ciò che rende il foglio di straordinaria rilevanza è un fatto oggettivo e senza precedenti nella storia delle indagini sul Mostro di Firenze: tutti i soggetti elencati sono stati, negli anni, direttamente o indirettamente coinvolti nell’orbita delle indagini o dei processi relativi al Mostro di Firenze".
Tra i nomi, quelli di Francesco Narducci e Francesco Calamandrei restano i più controversi. Narducci, medico perugino, morì nel 1985 in circostanze mai del tutto chiarite ed è stato al centro della cosiddetta inchiesta bis che ipotizzò mandanti e ambienti esoterici, senza mai approdare a una verità giudiziaria. Calamandrei, farmacista fiorentino, fu indicato come presunto mandante, ma nel 2008 venne assolto con rito abbreviato "perché il fatto non sussiste", con una decisione definitiva che non ha lasciato strascichi.
Il contesto resta quello di uno dei casi più complessi della storia giudiziaria italiana: dagli otto duplici omicidi attribuiti al Mostro, alla pista dei “compagni di merende” – Pacciani, Mario Vanni e Gianni Lotti – fino al primo delitto del 1968, ricondotto alla cosiddetta pista sarda.
Sul piano tecnico, una prima valutazione è arrivata dal professor Giovanni Bottiroli, dirigente del Cnr. La perizia illustrata nel podcast colloca il documento in un arco temporale compatibile con gli anni Settanta-Ottanta: "Non vi sono segni che smentiscano la datazione del documento almeno agli anni ’80". Il supporto cartaceo risulta essere un modulo fiscale in uso tra il 1940 e il 1972; la scrittura sarebbe stata realizzata con una Olivetti Lettera 32. Bottiroli conclude che "non sono riscontrabili elementi relativi alla natura materiale del documento che possano contrastare con la collocazione in tempi assolutamente non recenti".
Ora la parola passa alla Commissione parlamentare. L’acquisizione del “Retau 1974” non equivale a una svolta giudiziaria, ma apre un nuovo fronte di verifica istituzionale su un documento che, a oltre cinquant’anni dai primi delitti, continua a sollevare interrogativi irrisolti sul Mostro di Firenze.