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Covid 19

Cosa c’è di nuovo su sicurezza del vaccino Covid Johnson&Johnson e trombosi

In una nota inviata da Janssen, l’azienda farmaceutica del colosso americano Johnson &Johnson, e pubblicata sul portale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), si specifica che “una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnate da sanguinamento, è stata osservata molto raramente in seguito alla vaccinazione con Covid-19 Vaccine Janssen. Un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile”.
A cura di Ida Artiaco
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"Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnate da sanguinamento, è stata osservata molto raramente in seguito alla vaccinazione con Covid-19 Vaccine Janssen. Un ruolo causale del vaccino è considerato plausibile". È quanto si legge in una nota inviata da Janssen, l'azienda farmaceutica del colosso americano Johnson&Johnson, e pubblicata sul portale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), "concordata con le attività regolatorie europee ed italiane", in cui si fa il punto della situazione rispetto alle segnalazioni di trombosi, arrivate a metà dello scorso mese dalle autorità sanitarie Usa, in seguito alle quali anche Ema, l'Agenzia europea del Farmaco, si è espressa affermando che i benefici nella somministrazione di questo vaccino anti Covid superano i rischi, basati comunque su eventi rarissimi. Quest'ultimi, si legge ancora nel comunicato, "si sono verificati entro le prime tre settimane successive alla vaccinazione, prevalentemente in donne di età inferiore ai 60 anni".

Nella stessa nota si specifica che "gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia e che i soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi neurologici", come cefalea severa o persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione, oppure chi manifesti ecchimosi (petecchie). "La trombosi in combinazione con la trombocitopenia, vale a dire con un livello basso di piastrine nel sangue, richiede una gestione clinica specializzata – è aggiunto -. Si consiglia inoltre di consultare le linee guida applicabili e/o specialisti, come ad esempio ematologi o specialisti nella coagulazione per diagnosticare e trattare questa condizione clinica".

Questo perché, si legge ancora nella nota, "in molti dei casi con concomitante trombosi e trombocitopenia, i test per gli anticorpi antifattore piastrinico (PF)-4 sono risultati positivi o fortemente positivi. Un'analisi estesa per altri potenziali meccanismi che potrebbero causare trombosi e/o trombocitopenia è stata effettuata per una parte minoritaria di questi casi; tuttavia, non è stata trovata nessuna altra alterazione che possa essere presa in considerazione per spiegare gli eventi osservati. In questa fase non sono stati identificati fattori di rischio specifici".

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