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Coronavirus, la situazione delle terapie intensive in Italia: la mappa regione per regione

In tutta Italia ci sono a disposizione 6.529 letti di rianimazione su 8.732 previsti in partenza dal governo. A ieri, domenica 11 ottobre, la saturazione dei posti letto in terapia intensiva è del 7,4 per cento, secondo calcoli del Corriere della Sera. Maglia nera alla Valle d’Aosta, con il 30 per cento di saturazione tenendo conto dei letti pre-emergenza, seguita da Campania, Sardegna e Liguria.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre continuano a salire i contagi da Coronavirus in Italia, si monitora la saturazione dei reparti di rianimazione, comprensivi di terapie intensive e sub-intensive, che pure hanno fatto registrare un balzi in avanti. Secondo l'ultimo bollettino di ieri, domenica 11 ottobre, sono 420 i posti occupati a livello nazionale, con un incremento di 30 unità rispetto al giorno precedente. Nessun paragone con la situazione che si era venuta a creare a marzo scorso, quando l'epidemia è scoppiata nel nostro Paese. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia. "Se l'andamento dei casi di infezione da Sars-CoV-2 continuerà con i ritmi e i numeri attuali, e senza misure di ulteriore contenimento, stimiamo che in meno di un mese le terapie intensive al Centro-Sud, soprattutto in Lazio e Campania, potranno andare in sofferenza in termini di posti letto disponibili", aveva commentato qualche giorno fa il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo. Ma quale è la situazione attuale?

In Italia su 100 posti letto 7 sono occupati da malati Covid

Come riporta il Corriere della Sera, a livello nazionale è stato programmato un incremento di 3.553 posti in rianimazione rispetto ai 5.179 di partenza, fa sapere il ministero della Salute. A questi se ne aggiungono altri 4.225 di terapia semintensiva, la metà dei quali riconvertibili per i pazienti critici. Ma ad oggi il piano non è completato. Sempre il governo ha fatto sapere che il 38 per cento dei letti programmati è stato attivato, senza però fornire i dettagli regionali. Gli italiani hanno, dunque, a disposizione 6.529 letti di rianimazione su 8.732 previsti in partenza. A ieri, sempre secondo calcoli del quotidiano di via Solferino, in tutta la Penisola la saturazione è del 7,4 per cento, proprio come Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, nell’ultimo report ha calcolato sia sul totale dei letti disponibili pre-Covid sia sui posti che avremo in futuro. Su 100 letti per malati gravi sette sono occupati da contagiati, ma gli altri non sono tutti liberi e in parte accolgono persone con altre patologie.

La situazione regione per regione

È la Valle d’Aosta la regione maglia nera, con il 30 per cento di saturazione tenendo conto dei letti pre-emergenza (90 per cento a marzo), seguita dalla Campania, con il 18,2 per cento, dal momento che a differenza della scorsa primavera, i casi di Covid-19 sono saliti vertiginosamente, e dalla Sardegna con il 16 per cento dei letti occupati, contro l’11 di sette mesi fa. Al quarto posto c'è la Liguria con il 14,4 per cento, lontana comunque dall’81 per cento del passato, e poi la Lombardia, che è passata dal 122 per cento di marzo/aprile scorsi al 5,6 di ieri. Più o meno, stesse percentuali ci sono anche in Piemonte, passato dall’86 al 7,3, e in Veneto dal 48 al 4,9. Molise, Basilicata e Provincia autonoma di Trento sono ferme a zero. Cosa è cambiato in questi mesi? "Oscilliamo tra il 7 e il 15 per cento di ricoverati che finiscono in rianimazione — ha spiegato infine il vicepresidente Antonello Giarratano —. La malattia non è cambiata, ma i contagiati sono più giovani, quindi hanno meno probabilità di aggravarsi e il tracciamento è più efficace".

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