La maggior parte dei pazienti morti di Coronavirus ha più di 80 anni e soffre già di altre patologie

L'Istituto superiore di sanità ha condotto una nuova analisi che studia i dati di 105 pazienti italiani risultati positivi al coronavirus e deceduti. Da quanto emerge, l'età media dei decessi è di 81 anni, questi sono in maggioranza uomini (le donne sono solo il 26,7%) e in più di due terzi dei casi sono già presenti altre patologie. L'Iss specifica che ci siano circa 20 anni di differenza tra l'età media delle persone morte e positive al virus e quella della totalità dei pazienti che hanno contratto il Sars-Cov-2.
La maggior parte dei decessi, cioè il 42%, riguarda persone tra gli 80 e gli 89 anni, il 32,4% si trova invece in una fascia tra i 70 e i 79 anni, mentre solo l'8,4% va dai 60 ai 69 anni. Infine, il 2,8% ha tra i 50 e i 59 anni. Il 14,1% dei pazienti deceduti aveva più di 90 anni. Inoltre, si specifica anche che le donne positive al coronavirus e poi decedute sono mediamente più vecchie rispetto agli uomini. Se l'età media dei decessi tra gli uomini è di 79,9 anni, per le donne questa arriva a 83,4 anni.
Tra i 105 casi presi in esame, si legge, 73 sono i decessi in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche. Il report analizza anche il quadro clinico al momento della morte dei casi presi in esame. Se il 15,5% dei pazienti deceduti presentava al massimo una patologia pregressa oltre al coronavirus, il 18,3% soffriva di due patologie e il 67,2% era affetto da tre o più patologie. Per quanto riguarda queste patologie, quella più frequente, riscontrata nel 74,6% dei casi, è l'ipertensione. Il 70,4% invece è affetto da cardiopatia ischemica e il 33,8% dal diabete mellito.
Infine dall'analisi emerge che solitamente il ricovero avviene dopo cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi, mentre il tempo medio che passa dal ricovero al decesso è di quattro giorni. Secondo il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, i dati confermerebbero quanto emerso a prima vista sui casi di decesso positivi al coronavirus, cioè il livello di rischio nettamente più elevato per anziani e persone con un quadro clinico già di per sé compromesso. "Si tratta di persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile", ha commentato Brusaferro.