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Covid 19

Cosa succederà alle città in quarantena a causa del Coronavirus

Sono oltre 50mila le persone in quarantena a causa dell’isolamento totale deciso dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus in Italia. Si tratta dei cittadini di dieci Comuni del Lodigiano – Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano – e di un Comune nel Veneto, Vo’, in provincia di Padova. Ecco cosa succederà a partire da oggi in queste zone.
A cura di Francesco Loiacono
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Da ieri sera il governo ha deciso la quarantena per oltre 50mila cittadini, residenti nei Comuni che rientrano nelle due zone focolaio del Coronavirus in Italia. Si tratta di dieci Comuni del Lodigiano – Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano – e di un Comune nel Veneto, Vo' Euganeo, in provincia di Padova. Nella prima zona abitano circa 47mila persone, mentre sono 3500 gli abitanti di Vo': per tutti loro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha disposto "misure di contenimento" che comprendono l'isolamento totale.

Posti di blocco per impedire di uscire ed entrare nelle aree a rischio

Cosa comporterà, nello specifico, l'isolamento deciso dal Consiglio dei ministri straordinario di ieri sera? Come sarà fatto rispettare l'isolamento, e cosa rischierà chi proverà a eluderlo? In pratica, i cittadini delle aree in isolamento, che diventano a tutti gli effetti delle zone rosse, non potranno lasciare le proprie zone di residenza, così come nessuno dall'esterno potrà entrarvi, salvo casi eccezionali. Per controllare che queste disposizioni vengano rispettate verranno istituiti dei posti di blocco attorno agli 11 Comuni interessati dal provvedimento: a presidiarli saranno le forze dell'ordine, sulla base di quanto deciso da ogni prefettura e questura, ma potrà anche essere impiegato l'esercito qualora si renda necessario liberare polizia e carabinieri per altre esigenze. I trasgressori, come riporta il decreto del presidente del Consiglio, saranno puniti ai sensi dell'articolo 650 del codice penale: rischiano l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda fino a duecentosei euro.

Corridoi per viveri e medicinali

Per garantire il regolare approvvigionamento di viveri e medicinali agli oltre 50mila cittadini "costretti" nei propri paesi saranno creati, in giorni e orari stabiliti dai prefetti dei corridoi: vi transiteranno fornitori opportunamente equipaggiati con guanti e mascherine. Sempre con gli stessi equipaggiamenti dovranno entrare nei negozi i cittadini in quarantena, come previsto al comma k dell'articolo 1 del decreto: "Previsione che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale".

Limitazione dei trasporti

Un altro effetto del decreto del governo sulle città in quarantena è la "limitazione all’accesso o sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone terrestre, aereo, marittimo, ferroviario su rete nazionale o di trasporto pubblico locale". In alcuni paesi le fermate, ad esempio quelle dei treni regionali, erano già state momentaneamente soppresse: da ieri, sabato 22 febbraio, i convogli Trenord non effettuano fermate nelle stazioni di Codogno, Maleo e Casalpusterlengo. Adesso il provvedimento potrebbe estendersi anche agli altri Comuni in quarantena.

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