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Caos a scuola per il Coronavirus: lite tra presidi e pediatri sul rientro senza certificato medico

Il Governo ha emanato provvedimento per cui “la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia di durata superiore a cinque giorni avviene dietro presentazione di certificato medico” e vale anche per le Regioni che da anni hanno abolito i certificati medici.
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E' caos sui rientri a scuola di bambini e ragazzi dopo i giorni di chiusura stabiliti da numerosi sindaci su tutto il territorio nazionale per l'emergenza Coronavirus ed il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte dello scorso primo marzo non ha fatto che aumentare la confusione: ci sono presidi, infatti, che sbarrano le porte degli istituti a chi non ha il certificato medico e pediatri che asseriscono di non aver alcun obbligo di produrne uno. Un pasticciaccio istituzionale che, alla fine, lede soprattutto i diritti dei più piccoli.

L'allarme è stato lanciato dalla Federazione Italiana Medici Pediatrici, attraverso il proprio presidente Paolo Biasci, il quale denuncia che "gli studi sono affollati anche di genitori e bambini sani per la richiesta di adempimenti burocratici che non garantiscono alcuna protezione. Così si mettono in difficoltà le famiglie, costrette dalle scuole a chiedere ai pediatri di cure primarie di attestare l'assenza della malattia." Secondo Biasci è necessario che il Ministero della Salute spieghi con chiarezza che la riammissione a scuola può avvenire "senza certificato medico in tutte le Regioni in cui non è stata sospesa l'attività scolastica, fatte salve le assenze superiori a cinque giorni per malattie infettive soggette a denuncia." In molte Regioni, tra l'altro, il "certificato medico di riammissione" è stato abolito da anni perché ritenuto inutile.

Il problema è che il Governo ha disposto "la riammissione nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia di durata superiore a cinque giorni avviene, fino alla data del 15 marzo 2020, dietro presentazione di certificato medico, anche in deroga alle disposizioni vigenti". Dunque, questo vale anche nelle Regioni dove il certificato medico è solo un ricordo.

I pediatri di base parlano di presidi che "fingono di capire" e che interpretano in modo fantasioso il decreto. Il risultato è stato che molti genitori, negli ultimi due giorni, sono stati costretti a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine per consentire ai propri figli di rientrare a scuola senza certificato medico e c'è chi è stato costretto ad estenuanti andirivieni tra la segreteria scolastica e lo studio del pediatra, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. A questo si aggiunge, poi, la mancata azione da parte di alcune Regioni, che hanno competenza specifica in materia scolastica e sanitaria, che non sono intervenute per dirimere la questione.

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