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Condannato per coca, ma assolto: “La droga era nel fosso dove era caduto”

A seguito di un incidente stradale nel quale aveva perso le gambe, era stato condannato per la presenza della sostanza stupefacente nelle sue urine. Il suo legale è però riuscito a dimostrare che era stato “contaminato” dall’acqua del fosso nel quale era finito.
A cura di Biagio Chiariello
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E' un caso destinato a far discutere quello di Massimo Venturelli, 36 enne motociclista. Una brutta storia con un finale un po' a sorpresa, potremmo dire. Due anni fa, uno scontro con un'altra moto, gli era costato l'amputazione di una gamba dopo essere finito in un fosso. Ma i guai non vengono mai da soli. Per la ricostruzione della colpa, l'uomo era stato infatti sottoposto ad una perizia che aveva accertato la presenza nelle sue urine di 5 milligrammi di cocaina. Quanto basta per essere condannato a sei mesi di reclusione, al sequestro della moto, ad una multa di 1.550 euro e alla sospensione della patente per 8 mesi. Venturelli ha però sempre sostenuto di non aver mai fatto uso della sostanza stupefacente.

Assolto, perché "contaminato" dall'acqua del fosso – E a quel punto che inizia la sua battaglia legale. Gli avvocati scoprono che la presenza della cocaina nelle sue urine potrebbe essere causata dal contatto con l'acqua del fosso dove era caduto. Una tesi bizzarra, ma verosimile. Avvalorata dalla ricerca presentata dall'Istituto Mario Negri di Milano in cui si accertavano «tracce record di cocaina» in quelle acque. E così i giudici della Corte d'Appello hanno deciso di assolverlo: nessuna assunzione "volontaria" di cocaina, l'uomo è stato realmente contaminato da quella pozza d'acqua.

Po, Arno, Lambro e Olona, i fiumi più "drogati " – Come scrive il Corriere della Sera, in base allo studio del Mario Negri «le cifre provenienti dal monitoraggio dell'impianto di depurazione di Nosedo, che serve circa 1,25 milioni di abitanti, evidenziavano un residuo giornaliero medio di 0,5 chili di benzoylecgonina, residuo metabolico della cocaina rintracciabile nelle urine, 200 g di cocaina, 40 grammi di eroina e 25 grammi di Tch-cooh (residuo della cannabis)». E non è tutto. Un'altra analisi dello stesso istituto ha dimostrato ha dimostrato che in molti fiumi italiani, tra cui il Po, l'Arno e i lombardi Lambro e Olona, sono presenti residui di droghe pesanti come cocaina e ed eroina.

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