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Concorsi truccati nella sanità e appalti pilotati: così agiva il sodalizio criminale con Salvatore Cuffaro

Tra i 18 indagati dalla Procura di Palermo nell’inchiesta su concorsi e appalti truccati c’è anche Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione siciliana e oggi presidente della Nuova Dc. A lui è stato contestato, insieme ad altre tre persone, il reato dell’associazione a delinquere: ecco come funzionava il sodalizio criminale con l’obiettivo di influenzare il consenso politico dei siciliani.
A cura di Giorgia Venturini
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Scambi di favori, gare d'appalto pilotate e pressioni sui concorsi della sanità per scegliere il vincitore. I giochi di potere tra alcuni esponenti della politica siciliana ora sono finiti nel mirino della Procura di Palermo, con a capo il procuratore Maurizio De Lucia. E tra i 18 indagati ritornano nomi già noti ai magistrati. Come quello di Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione siciliana e oggi presidente della Nuova Dc, già condannato nel 2011 in via definitiva per favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione del segreto istruttorio. Nel 2015 è tornato in libertà dopo aver scontato la sua pena. Nel suo presente e futuro c'era ancora la politica: solo pochi giorni fa la Nuova Dc di Salvatore Cuffaro e la Lega di Matteo Salvini avevano stretto alleanza per le politiche del 2027. Prima però Cuffaro dovrà chiarire la sua posizione davanti agli inquirenti. Ma quali sono le accuse mosse nei suoi confronti dalla Procura palermitana?

Le accuse della Procura di Palermo

Al momento si sa che gli indagati sono 18 con l'accusa a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione: i carabinieri avrebbero notificato a tutti l'invito a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari il prossimo 11 novembre e 13 novembre. A Salvatore Cuffaro (insieme ad altre tre persone) è stato contestato anche l'art. 416, ovvero l'associazione a delinquere: secondo gli inquirenti i quattro indagati si erano associati con l'unico scopo di commettere reati contro la pubblica amministrazione, "anche di natura corruttiva".

Con tanto di ruoli e funzioni ben definite: Cuffaro avrebbe sfruttato la sua influenza politica per "incidere sulle nomine dei dirigenti e funzionari pubblici e regionali negli apparati amministrativi di maggior rilevanza". Come nel settore della sanità e delle opere pubbliche. L'obiettivo era uno solo: pilotando queste nomine – come sostiene l'accusa – avrebbero condizionato l'attività politica-amministrativa della Regione Sicilia.

Chi faceva parte dell'associazione criminale insieme a Salvatore Cuffaro

Politica e gare d'appalto truffate: un copione che si ripete anche in questo caso. Soprattutto perché in questa associazione a delinquere Cuffaro non era solo. La Procura ha indagato anche Carmelo Pace (ovvero deputato dell'Assemblea Regionale Siciliana e "membro di spicco del sodalizio in quanto incaricato del compito di operare anche nei contesti istituzionali" a lui accessibili per il ruolo che ricopre), Antonio Abbonato (definito dagli inquirenti il "tuttofare" a disposizione del sodalizio) e Vito Raso (nonché segretario dell'Associazione della Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro della Regione Sicilia).

Insomma una rete di conoscenze che permetteva loro di condizionare "concorsi, gare, appalti e procedure amministrative in cambio di somme di denaro, assunzioni in aziende, posti di lavoro, contratti di sub-appalto ecc". E in alcuni casi erano loro a proporsi alle imprese.

Secondo gli inquirenti Cuffaro nel ruolo di vertice dell'associazione criminale sfruttava i contatti ottenuti negli anni grazie ai tanti ruoli ricoperti nell'amministrazione regionale, prima tra tutte le poltrona di presidente della Regione Sicilia dal 2001 al 2008. La sua rete di conoscenze la metteva al servizio del sodalizio "al fine di commettere un numero indeterminato di reati". In questo modo era capace di infiltrarsi nelle attività, sia politiche che amministrative della Regione, e di incidere sul consenso elettorale dei siciliani.

Le nomine pilotate nella sanità siciliana

Tra le nomine finite nell'inchiesta della Procura c'è anche quella di Roberto Colletti, ovvero prima Commissario straordinario e poi direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo. E ora indagato. Questo avrebbe accettato utilità, favori, incarichi e sostegno politico da Cuffaro e Raso.

Colletti "grazie a Cuffaro" avrebbe ricevuto la conferma della propria nomina a direttore, mentre Antonio Iacono (pure lui indagato) avrebbe ottenuto da Cuffaro la promosse dell'incarico di direttore dell'Unità di Anestesia e Rianimazione della stessa azienda ospedaliera. In cambio? Colletti e Iacono avevano compiuto atti contrari ai loro doveri d'ufficio influenzando un concorso in modo che tra i vincitori ci fossero i nomi segnalati da Cuffaro. Tutto con il sostegno di Raso che avrebbe consegnato le tracce del concorso in anteprima dai pubblici ufficiali ai candidati.

Si fa riferimento al concorso del giugno 2024 per l'assunzione di 15 posti a tempo indeterminato come operatore socio sanitario. Iacono era il presidente della Commissione esaminatrice e, insieme a Colletti, avrebbe fatto in modo di favorire i nomi scelti da Cuffaro. In questo modo Colletti si sarebbe aggiudicato la conferma della nomina a direttore generale di Villa Sofia-Cervello.

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