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Comune di Foggia, 2 arresti per corruzione: c’è anche ex presidente che sparò da balcone a Capodanno

Con le accuse, a vario titolo, di corruzione, tentata induzione indebita e peculato, sono stati arrestati due consiglieri di maggioranza del Comune di Foggia: Leonardo Iaccarino e Antonio Capotosto. Avrebbero secondo l’accusa indotto un imprenditore foggiano a versare una somma di denaro di circa 20 mila euro per ottenere l’approvazione di una delibera comunale a favore di una società riconducibile allo stesso per cui nella stessa indagine è scattato l’obbligo di firma.
A cura di Chiara Ammendola
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C'è anche il nome di Leonardo Iaccarino tra i due consiglieri arrestati questa mattina insieme a un imprenditore nell'ambito di un'inchiesta per corruzione. Il 44enne, ex presidente in Consiglio comunale a Foggia ed esponente di Forza Italia, è finito al centro delle polemiche lo scorso Capodanno a causa di un video in cui veniva ripreso mentre, pistola a salve alla mano, sparava diversi colpi in aria. Motivo per il quale ha consegnato le proprie dimissioni qualche giorno dopo. Ora le indagini, coordinate dagli agenti della Digos, la squadra mobile e dagli uomini dello Sco – servizio centrale operativo, secondo le quali Iaccarino, che si trova ora in carcere, avrebbe indotto un imprenditore foggiano a versare una somma di denaro di circa 20 mila euro per ottenere l’approvazione di una delibera comunale a favore di una società riconducibile allo stesso imprenditore

Obbligo di firma per l'imprenditore coinvolto nell'indagine

Iaccarino in cambio di denaro, avrebbe dunque favorito, compiendo un atto contrario ai doveri d’ufficio, l’imprenditore indagato nella liquidazione di una somma di denaro  che vantava nei confronti del Comune di Foggia per la fornitura di prodotti fitosanitari necessari per l’attività dell’azienda agricola comunale “Masseria Giardino”. Accanto al nome dell'ex presidente Iaccarino c'è quello di un altro consigliere, Antonio Capotosto, 61 anni, anch'egli della maggioranza di centro destra, che si trova ora ai domiciliari. Mentre per l'imprenditore coinvolto è scattato l’obbligo di firma. Per i due consiglieri le accuse, a vario titolo, sono di corruzione, tentata induzione indebita e peculato.

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