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Covid 19

Come funzioneranno i richiami del vaccino anti-Covid, a partire dal prossimo autunno

Scartata l’ipotesi di una quarta dose di vaccino gli scienziati ipotizzano che servirà un richiamo annuale, da fare a partire dal prossimo autunno.
A cura di Davide Falcioni
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Faremo una quarta dose di vaccino contro il Covid-19? E se sì, in che modalità? A questa domanda ha risposto ieri il direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco Nicola Magrini, che in un'intervista rilasciata alla trasmissione di Rai 3 Elisir ha chiarito che non ci sarà un nuovo "booster" a stretto giro, bensì "un richiamo che auspichiamo annuale e dovremo forse fraternizzare anche con quello, ma non sarà una quarta dose". Insomma, la prospettiva più realistica attualmente è quella che si vada verso la somministrazione, ogni autunno, di una dose di vaccino anti Covid per "risvegliare" la risposta immunitaria dell'organismo, possibilmente adattando i farmaci attualmente in uso ad Omicron o alle altre varianti che dovessero emergere nei prossimi mesi. Il Dg Aifa ha ricordato che "complessivamente l'efficacia di questi vaccini è andata anche meglio del previsto. Il dato degli studi in base ai quali sono stati registrati è stato del 95% di efficacia, dato poi confermato in molti paesi nel primo trimestre di utilizzo reale. Poi c'è stata una graduale, lenta perdita di efficacia nel secondo trimestre. A livello globale la comunità scientifica ha concordemente visto lo straordinario beneficio dei vaccini, ovunque sono stati dati e acquistati e concessi gratuitamente". Magrini ha poi rimarcato come sia “un privilegio essere in Europa, dove tutti possiamo vaccinarci gratuitamente. E si vede la differenza con altri continenti, Africa in primis, dove questo non avviene e dove, purtroppo, la situazione è molto diversa ma dovremo occuparcene".

Cavaleri (EMA): "No alla quarta dose". Sileri: "Richiamo annuale se gli ospedali si riempiranno"

Già nei giorni scorsi l'ipotesi di un booster di vaccino a distanza ravvicinata era stata scartata dall'Ema. Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e prodotti terapeutici dell’Ente Europeo dei Medicinali, aveva spiegato chiaramente: "Stiamo esaminando tutti i dati emergenti sull’uso di un secondo booster. Al momento in ogni caso non ci sono prove sufficienti dai trial clinici o da dati real world che possano supportare una raccomandazione per la popolazione generale". Una quarta dose potrebbe servire esclusivamente ai soggetti fragili, ma non al resto della popolazione che invece potrebbe ricevere come ha confermato anche il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, un richiamo annuale, anche se tutto dipenderà dal combinato tra circolazione del virus e rischio di mettere in difficoltà le strutture sanitarie: "Se a ottobre questo virus ricomincerà a circolare e gli ospedali si riempiranno alcune persone, quelle più a rischio, avranno più bisogno di un richiamo".

Abrignani: "Contro le varianti un nuovo vaccino ogni anno"

Critico verso un nuovo booster anche Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico: "C’è stata una forma di isteria nell’inseguire una quarta dose ravvicinata. L’ha fatto Israele, anche se poi ha deciso di riservarla soltanto ai fragili. Immunologicamente non serve e non si sa quando servirà. Ad oggi è ragionevole dire che per anni non serviranno richiami. Con i vaccini a mRna abbiamo una protezione dall’infezione intorno al 70%, quindi non sono sterilizzanti ma la protezione dalla malattia è estremamente alta". Qualora i vaccini dovessero essere adattati alle nuove varianti il caso sarà diverso: "Allora – spiega Abrignani – non sarebbe una quarta dose ma, come quello contro l’influenza, un vaccino nuovo da somministrare ogni anno".

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