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Clima e temperature record, Mercalli: “Presto ricorderemo il 2022 come uno degli anni più freschi”

Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società Metereologica Italiana: “Tra trent’anni penseremo all’estate del 2022 come a una delle più fresche. Continuando di questo passo nel 2040 potremmo registrare fino a 45 gradi in città come Bologna e Milano”.
Intervista a Professor Luca Mercalli
Climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana
A cura di Davide Falcioni
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Il 2022 è stato l'anno più caldo dal 1800 in Italia. A rivelarlo ieri uno studio condotto dal CNR, secondo cui quest'anno – almeno fino alla fine di settembre – le temperature sono state quasi un grado centigrado più alte (0.96 °C) rispetto alla media calcolata nel trentennio 1990-2020.

Eppure basta cambiare prospettiva per vedere un'altra realtà ben peggiore: continuando di questo passo, infatti, tra qualche decennio ricorderemo il 2022 come uno degli anni più freschi. È del tutto realistico che da qui ai prossimi anni le temperature continueranno ad aumentate per effetto del cambiamento climatico di origine antropica ed è assolutamente probabile che tra il 2030 e il 2050 in città come Milano e Bologna si toccheranno i 45 gradi.

D'altro canto, come spiega a Fanpage.it il professor Luca Mercalli (climatologo e presidente della Società Metereologica Italiana) le previsioni degli scienziati si stanno avverando e il clima si sta comportando come nella peggiore delle ipotesi. "Tra trent'anni penseremo all'estate del 2022 come a una delle più fresche".

Secondo il CNR il 2022 è stato l’anno con le temperature record fino dal 1800. Se l’aspettava?

Ce l'aspettavamo tutti. In verità è ancora un po' presto per tirare le somme perché dobbiamo attendere i dati dell'ultimo trimestre (ottobre, novembre e dicembre). A gennaio avremo dati consolidati e certi, però non ci sono dubbi che i primi 9 mesi del 2022 sono stati i più caldi finora registrati e direi che la tendenza sta continuando anche in questo ottobre con temperature sensibilmente più alte rispetto alla media del periodo. Insomma, a meno di un'"era glaciale" a novembre e dicembre possiamo affermare che il 2022 sarà il primo o il secondo anno più caldo in assoluto.

Anche questa "ottobrata" è un'anomalia?

Con la crisi energetica e del gas le temperature registrate in questo mese di ottobre permettono di spostare di 15 giorni l'accensione degli impianti di riscaldamento: abbiamo guadagnato due settimane di consumo di gas e questa è l'unica buona notizia, ma è un po' come gioire se un obeso con il tumore allo stomaco dimagrisce…

E quali sono le cause che hanno portato a temperature record nel 2022?

Se si trattasse di trattasse di un episodio isolato si potrebbe sostenere la tesi della normale variabilità termica. Tuttavia quello che è accaduto nel 2022 è parte di una tendenza che registriamo ormai da tempo: ogni anno registriamo qualche nuovo record, quindi ormai sappiamo – perché ce lo dicono molti studi – che questi fenomeni di caldo inedito o fuori stagione non sarebbero avvenuti o sarebbero avvenuti con una probabilità molto inferiore in assenza del riscaldamento globale. Direi che il rapporto tra riscaldamento globale e anomalie termiche è ormai ampiamente provato.

Si stanno rispettando le previsioni degli scienziati sul cambiamento climatico?

Fondamentalmente si stanno rispettando. Gli scienziati del clima non fanno mai previsioni con un'unica ipotesi ma prevedono sempre delle fasce d'incertezza, mettendo in conto casi estremi in un senso e nell'altro. Se guardiamo la media potremmo dire che il cambiamento climatico sembra un po' più accelerato rispetto alle previsioni, ma gli scienziati avevano ipotizzato anche questo tipo di scenario estremo, considerandolo semplicemente il meno probabile. Insomma, il clima si comporta come nella peggiore delle ipotesi, ma non è una sorpresa.

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi decenni?

Tra trent'anni penseremo all'estate del 2022 come a una delle più fresche. È assolutamente realistico che andrà così. In fondo provi a tornare indietro nel tempo, al 2002: non c'era ancora stata l'estate del 2003, quando per la prima volta nella storia registrammo 40 gradi a Milano, Torino e Parigi. Non era mai accaduto prima di allora in 200 anni di misure meteorologiche. Quell'anno in Europa si registrarono 70mila morti per colpo di calore. All'epoca pensammo che un'estate del genere avrebbe avuto una probabilità di ripetersi una volta ogni mille anni…

E invece?

Arrivarono estati molto calde: quella del 2015, quella del 2017 e quella del 2022, a pari merito con il 2003. Quello che nel 2003 dicevamo avesse una probabilità di accadere ogni millennio in realtà è avvenuto solo 19 anni dopo. Quindi è del tutto ragionevole pensare che nel 2030 o 2050 le estati saranno molto più calde e guarderemo all'ultima, quella appena finita, come a una delle più fresche.

Che temperature si potrebbero toccare?

Continuando di questo passo nel 2040 potremmo registrare fino a 45 gradi in città come Bologna e Milano. D'altro canto siamo già arrivati a 43 gradi a Forlì il 4 agosto del 2017. Si tratta di un record assoluto per la Pianura Padana.

Insomma, dobbiamo accelerazione la transizione ecologica: come giudica il lavoro svolto negli ultimi due anni dal ministro Cingolani?

Sono molto deluso per due ragioni. La prima è che – essendo un fisico – aveva tutte le competenze per comprendere la drammaticità del problema; mi aspettavo un dialogo molto più aperto con la comunità scientifica per trovare insieme delle soluzioni. La seconda ragione è che essendo un ministro tecnico avrebbe potuto portare avanti obiettivi che per un politico sarebbero stati più difficili: penso ad esempio a una legge sul consumo di suolo, che è un'emergenza assoluta da affrontare. E penso ai decreti per le comunità energetiche rinnovabili che purtroppo non sono stati firmati rallentando in modo intollerabile la possibilità da parte di tuti i cittadini di accelerare l'installazione di impianti di energia rinnovabile.

E cosa pensa del possibile successore di Cingolani, Gilberto Pichetto Fratin?

Non lo conosco, non so ancora nulla. Intanto avverto un'assenza gravissima: nel toto-ministeri che da settimane riempie le pagine dei media il Ministero della Transizione Ecologica è costantemente all'ultimo posto, e questo dà il segno dell'importanza che politica e media attribuiscono al tema ambientale: viene ritenuto l'ultima ruota del carro. Quando a Pichetto Fratin è ancora presto per esprimersi, giudicherò dai fatti: so che non è un tecnico esperto in tematiche ambientali, ma dopo le delusioni passate non escluso che un politico possa avere delle buone intuizioni. Anzi, lo scriva per piacere: io sarà a sua disposizione per qualsiasi riflessione voglia fare sul futuro ambientale italiano.

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