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Cibo ammuffito nei pacchi ai poveri, Caritas: “Caso isolato che non ci fa giustizia”

Dopo l’accusa di una donna nel Napoletano, i volontari si difendono: “Il singolo caso non fa giustizia al lavoro che facciamo “
A cura di A. P.
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Un pezzo di formaggio ammuffito, cibi senza scadenza sulla confezione e biscotti stantii nel pacco ai poveri consegnato dalla Cartitas locale, è questa la denuncia di una giovane mamma di Pomigliano D'Arco in provincia di Napoli che ha scatenato numerose polemiche in città. "Non vogliamo criticare chi ci dona, gentilmente, generi di prima necessità ma la carità dovrebbe essere fatta con il cuore, non cercando di avvelenare chi già vive nel disagio, non possiamo dare da mangiare ai nostri figli prodotti scaduti" aveva spiegato la signora ai giornali locali scatenando una polemica. Non ci stanno però a passare nell'immaginario collettivo per "avvelenatori e approfittatori" don Peppino Gambardella ed i volontari della Caritas della parrocchia San Felice in Pincis di Pomigliano d'Arco che hanno consegnato il pacco alla donna.

"Un pezzo di formaggio non fa giustizia al lavoro di 20 anni svolto dalla Caritas di questa parrocchia" hanno dichiarato i volontari, spiegando "Il Banco alimentare ci indica i prodotti, e noi riferiamo la stessa cosa ai destinatari può capitare che qualche prodotto produca muffa a causa di qualche difetto di confezionamento. Ma capita raramente, e non c'è cattiva fede da parte di nessuno". "Da vent'anni lavoriamo con passione e  siamo sempre a disposizione di chi ha bisogno, e spesso ci rimettiamo di tasca nostra per non lasciare nessuno in difficoltà. Purtroppo, però, il bene spesso non fa notizia. L'operato dei volontari non può essere oscurato da un pezzo di formaggio" hanno commentato amaramente i volontari.

 

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