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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Chiara Poggi, i genitori dopo l’indagine sull’ex procuratore Venditti: “Siamo esausti, oltre lo sfinimento”

La famiglia Poggi, travolta dall’ennesimo colpo di scena sul caso di Garlasco, si dice “esausta oltre lo sfinimento”. Dopo la proroga di 70 giorni all’incidente probatorio, l’indagine coinvolge anche l’ex procuratore Venditti, accusato di corruzione per favorire Andrea Sempio.
A cura di Biagio Chiariello
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La vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Chiara Poggi sembra non avere mai fine. A quasi diciotto anni dal delitto, ogni nuovo sviluppo riapre ferite che non si sono mai rimarginate. L’ultimo capitolo è arrivato con la proroga di 70 giorni concessa dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, per l’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta. A chiederlo erano stati gli stessi consulenti nominati dal tribunale, la genetista Denise Albani e l’esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani. La nuova udienza è stata fissata per il 18 dicembre, ma intanto l’attenzione è stata catalizzata da un colpo di scena clamoroso: l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è stato indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari, nell’ambito delle indagini sul caso di Garlasco.

Secondo gli inquirenti, guidati dal pm Claudia Moregola e dal procuratore capo Francesco Prete, il magistrato sarebbe stato corrotto per favorire Andrea Sempio, il giovane amico di Marco Poggi, già due volte archiviato dallo stesso Venditti. Le perquisizioni di ieri hanno riguardato nove persone, comprese le abitazioni di Venditti e dei familiari di Sempio. Stando a quanto ricostruito dall’Ansa, all’ex procuratore sarebbe stata “proposta o comunque ipotizzata la corresponsione di una somma di denaro”.

Mentre la cronaca racconta di nuove indagini e possibili retroscena, la famiglia Poggi si ritrova nuovamente a vivere il dolore di un incubo che non conosce tregua. Giuseppe e Rita, i genitori di Chiara, hanno scelto di non commentare direttamente i fatti. Al telefono al Corriere della Sera, la madre si è limitata a dire con estrema gentilezza: “La prego non ci faccia domande, non abbiamo niente da dire”. Un silenzio che pesa più di molte parole, perché racconta la stanchezza di chi da 6.620 giorni convive con un vuoto insopportabile.

A parlare per loro è l’avvocato Gianluigi Tizzoni: “Non credo di sbagliare se dico che sono persone stremate”. Nessuna rabbia, nessuna rassegnazione, solo una fatica che sembra senza via d’uscita. “È come se fossero costretti a saltare un’asticella ogni volta più alta per cercare di arrivare alla fine di questa storia”, spiega il legale. Ma quella fine sembra non arrivare mai, e intanto i Poggi continuano a essere esposti al giudizio pubblico, vittime di insulti e sospetti. “È incivile, oltre che ignobile, attaccare un padre e una madre che hanno avuto una figlia uccisa. Loro sono le vittime, per chi non lo avesse ancora capito. La sola domanda che si fanno, in questo momento, è: finirà mai tutto questo?”.

Il sentimento dominante è lo sconcerto, come sottolinea Francesco Compagna, legale di Marco Poggi: “I genitori di Chiara sono sconcertati da quello che leggono, è una ferita che non si rimargina mai”. E aggiunge: “Siamo nel paradosso dei paradossi. Questo non è un colpo di scena. È una grande vicenda nella quale si ha l’impressione che si combatta senza esclusione di colpi”. Il timore della famiglia, continua l’avvocato, è che questa vicenda diventi “un tormentone infinito sulla pelle delle persone coinvolte e della credibilità della giustizia. Un tormentone che fa spettacolo in modo straordinario” e che “interessa agli italiani come un grande cluedo”. Solo che, in questo caso, non si tratta di un gioco: la tragedia è reale, e ha strappato la vita di una giovane donna di 26 anni.

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