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Chiara morta nel sonno, il legale: “Autopsia non ha sciolto i dubbi, qualcuno potrebbe averle dato droga”

A Fanpage.it parla Davide Favotto, l’avvocato della mamma di Chiara Zardo. La 18enne, residente a Pederobba (Treviso), è stata trovata morta nel suo letto sabato 25 ottobre. “Dall’autopsia non sono emersi elementi che ci diano certezze sulle cause, potrebbero essere decisivi gli esami tossicologici”, ha spiegato.
A cura di Eleonora Panseri
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L'autopsia eseguita sul corpo della 18enne Chiara Zardo, trovata morta nel suo letto sabato 25 ottobre, non è riuscita a fare chiarezza sulle cause del decesso. 

Bisognerà ancora aspettare diverse settimane per avere ulteriori risposte, ha spiegato a Fanpage.it il legale della mamma della ragazza, l'avvocato Davide Favotto.

"In questo momento dobbiamo solo attendere. Hanno eseguito l'autopsia (l'incarico è stato affidato al medico legale Alberto Furlanetto, ndr) ma non sono emersi elementi che ci diano certezze sulle cause della morte. Potrebbero essere decisivi gli esami tossicologici, hanno fatto tutti i prelievi del caso".

"Il corpo si presentava in buone condizioni, non ci sono obiettività che facciano pensare che possa trattarsi di morte naturale. Ma le cause non sono ancora chiare", aggiunge il legale. Non sarà un'attesa breve, precisa Favotto, ci vorranno tra i 60 e i 90 giorni.

Come aveva raccontato la mamma a Fanpage.it, la ragazza, residente a Pederobba (Treviso), non aveva particolari problemi di salute. Un elemento che l'autopsia sembra aver confermato.

La Procura di Treviso, coordinata dalla sostituto procuratore Gabriella Cama, ha deciso di aprire un fascicolo d'inchiesta a carico di ignoti, l'ipotesi è "morte in conseguenza di altro reato".

Gli inquirenti ipotizzano "che ci sia stata una cessione di sostanza stupefacente, non ancora identificata a oggi, e che il cedente possa essere il soggetto che dovranno cercare nel caso venisse confermata la circostanza", precisa ancora Favotto.

"La ragazza non aveva avuto un passato semplicissimo, ma sembrava che di recente avesse superato le problematiche. Potrebbe anche trattarsi di qualcosa che non è stato assunto volontariamente". Un elemento, tuttavia, ancora non confermato, precisa il legale.

La 18enne, aveva spiegato la madre, stava attraversando un periodo molto bello. Aveva svolto un esame di ammissione per fare la Oss e lavorare con le persone disabili che aveva passato con il massimo dei voti e avrebbe cominciato il corso a gennaio. In più, nei giorni successivi alla sua morte avrebbe dovuto sostenere l'esame della patente.

Tra le ipotesi messe in campo dagli inquirenti, ci sarebbe anche quella della reazione della sostanza assunta (volontariamente o involontariamente) dalla ragazza con un farmaco a base di ibuprofene che Chiara aveva preso prima di addormentarsi, dopo aver detto alla madre di avere un leggero mal di gola.

"Diverse cose potrebbero avere influito sul decesso ed è per questo la famiglia chiede prudenza. Non essendoci certezza è difficile fare previsioni", commenta il legale.

I test tossicologici che verranno condotti aderiranno ai protocollo adottati di recente che servono a evidenziare anche casi mortali di intossicazione da Fentanyl, potente oppioide sintetico che in molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, sta causando overdose fatali a decine di migliaia di persone.

"Purtroppo, sta arrivando anche in Italia. – conclude Favotto – I nuovi protocolli sono entrati in vigore nel marzo 2025 e sono per la ricerca di tracce della sostanza. Potrebbe non essere il caso della ragazza, ma si tratta di un elemento interessante".

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