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Cercò di sgozzare lo zio che dormiva, 22enne assolto: “Incapace di intendere e di volere”

Cercò di sgozzare lo zio che dormiva nella sua abitazione di Carbonia: il 22enne è stato assolto dall’accusa di tentato omicidio. “Era incapace di intendere e di volere”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva cercato di sgozzare lo zio mentre dormiva nell'ottobre di due anni fa a Carbonia, ora il 22enne è stato assolto dall'accusa di tentato omicidio perché totalmente incapace di intendere e di volere. Il giovane era stato fermato dalla polizia in via Angioy a Carbonia nell'ottobre di due anni fa.

Agli agenti che gli avevano chiesto come mai fosse lì, aveva risposto con frasi sconnesse per poi ammettere di aver appena accoltellato lo zio nel sonno.

Le forze dell'ordine avevano quindi raggiunto casa della vittima, trovandola nella sua abitazione con una ferita da taglio alla gola. L'uomo, che era era stato aggredito durante la notte dal nipote, era stato poi soccorso dai medici del 118. Gli agenti intervenuti sul posto, invece, avevano iniziato una serie di accertamenti per chiarire le dinamiche dei fatti.

Il giovane fermato dalle forze dell'ordine era apparso in evidente stato confusionale ed era stato caricato sulla Volante. Secondo quanto ricostruito sul posto, il 22enne aveva accoltellato lo zio nel suo letto. L'uomo, svegliato dal dolore, si era trovato davanti il nipote sporco di sangue.

Il giovane era fuggito subito dopo l'aggressione. Alla presenza degli agenti, il ragazzo non aveva saputo fornire un movente per quanto fatto, ma aveva indicato subito il luogo dove aveva nascosto l'arma utilizzata per ferire il parente. Il giovane era stato quindi arrestato per tentato omicidio e condotto presso il carcere di Uta.

Lo zio ferito invece era stato ricoverato in codice rosso e prognosi riservata, ma fortunatamente non era in pericolo di vita ed è riuscito a tornare a casa dopo alcuni giorni in ospedale.

Due anni dopo l'aggressione, il 22enne è stato assolto perché al momento dei fatti non era capace di intendere e di volere. Come misura di prevenzione dovrà restare per un anno in libertà vigilata e sarà affidato a una comunità.

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