Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“Cento studenti palestinesi non possono fuggire da Gaza per colpa della burocrazia italiana”

Circa 100 studenti palestinesi, vincitori di borse di studio IUPALS per frequentare università italiane, non possono partire: la burocrazia richiede documenti impossibili da ottenere a Gaza. Senza procedure d’emergenza attivate dallo Stato, il loro diritto allo studio sarà per sempre negato. La testimonianza dell’attivista Annette Palmieri a Fanpage.it: “Vogliono solo studiare, ma nel loro paese le università non esistono più. dandogli la possibilità di esercitare il diritto allo studio in Italia possiamo offrire loro un futuro”
Intervista a Annette Palmieri
Attivista per il diritto allo studio degli studenti palestinesi
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Mahmoud Nweija
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Centinaia di studenti palestinesi sognano di studiare in Italia ma non possono a lasciare Gaza. Sono le ragazze e i ragazzi che attraverso il progetto IUPALS (Italian Universities for Palestinian Students) hanno ricevuto una borsa di studio per frequentare gli atenei di 20 università a Napoli, Roma, Parma, Verona, Milano e molte altre città.

Il loro sogno però potrebbe non realizzarsi mai a causa di un paradosso molto italiano: chiedere ai giovani palestinesi di presentare documenti irreperibili in un territorio occupato come è la Striscia di Gaza. A raccontare a Fanpage.it quello che stanno vivendo è Annette Palmieri, attivista per il diritto allo studio degli studenti palestinesi: "Vogliono solo studiare, ma nel loro paese le università non esistono più. Dobbiamo combattere per far sì che questi ragazzi possano studiare nella loro terra e decidere di andarsene solo quando lo vorranno, ma nel frattempo, dandogli la possibilità di esercitare il diritto allo studio in Italia possiamo offrire loro un futuro".

"Le università a Gaza non esistono più"

A maggio 2025 la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) ha approvato un progetto per permettere ai giovani palestinesi di usufruire di una borsa di studio per l'esonero dalle tasse universitarie, l'alloggio, i pasti e l'assicurazione sanitaria. Grazie a questa iniziativa, il progetto IUPALS, 97 studenti da mesi sognano l'Italia. Presto però si sono scontrati con la realtà: "La borsa di studio copre i costi dell'università, ma è inutile se non possono venire in Italia, per farlo però sono richiesti una serie di documenti impossibili da reperire per chi si trova a Gaza. Non possono recarsi a Ramalla per ottenere un documento al ministero, per rinnovare il passaporto e molto altro".

Quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio, eppure non sono state attivate le procedure d'emergenza che consentirebbero agli studenti palestinesi di superare gli ostacoli burocratici e venire in Italia: "Eppure questo è stato fatto ad esempio nei casi dei studenti ucraini o afgani – sottolinea Palmieri – Per loro sono stati predisposti dei voli di Stato e attivate procedure emergenziali. In questo caso però non è avvenuto, ma anche per loro è il Governo italiano che deve intervenire attivando questi percorsi".

Il risultato è che i 97 studenti vincitori delle borse di studio IUPALS, più quelli titolari di altre borse di studio, come quelle regionali, delle singole università, o promosse da altri enti, non potranno esercitare il loro diritto allo studio. Si tratta di centinaia di giovani.

"Sono in contatto con le università, e molte hanno già dato la propria disponibilità a eliminare alcuni dei requisiti di ammissione relativi alla lingua – spiega Palmieri – ma è tutto inutile se non hanno un visto o un passaporto validi, requisiti impossibili stando oggi a Gaza. Come si può pretendere che vadano in ambasciata a Gerusalemme come se tutto fosse normale?".

Tra i tanti giovani che hanno ottenuto una borsa di studio per l'Italia ma che non potranno partire c'è Abumaileq Saja, con cui Palmieri è in contatto: "Sono straordinari, un esempio di resilienza incredibile, ci insegnano qualcosa di nuovo ogni giorno. Sono studenti che vogliono studiare, semplicemente, ma al momento non possono farlo nel loro paese perché le università non esistono più".

Abumaileq Saja, studentessa palestinese vincitrice di una borsa di studio per una università italiana
Abumaileq Saja, studentessa palestinese vincitrice di una borsa di studio per una università italiana

"Loro sono molto preoccupati, continuamente nel panico. Anche noi volontari quando sentiamo di un bombardamento in una determinata zona oppure di un'invasione di terra ci chiediamo cosa ne sarà dello studente che abita proprio in quella zona. Quando poi li sentiamo ci chiedono continuamente quando avverrà l'evacuazione".

La testimonianza di Mahmoud Nweija: "Non toglieteci il diritto allo studio"

Mahmoud Nweija è uno degli studenti palestinesi con cui Palmieri è in contatto, risiede nella Striscia di Gaza, e come racconta in una video testimonianza aspetta di poter venire a Napoli per frequentare l'università Federico II, per la quale ha vinto una borsa di studio.

"Lo scorso luglio sono stato ammesso al master in data science e da allora sto aspettando di frequentarlo – spiega Nweija – Il lavoro dei miei sogni è diventare un data scientist, ed è questo il motivo principale per cui ho fatto domanda per la borsa di studio. Vivo nella Striscia di Gaza, nella zona centrale per la precisione, e con la mia famiglia stiamo affrontando un periodo di estrema difficoltà. Tuttavia, non ci arrendiamo. Continuiamo a seguire i nostri sogni, ad andare avanti e a raggiungere i nostri obiettivi nella vita".

Ha una sola richiesta, di cui si fa portavoce per le centinaia di studenti palestinesi bloccati da un passaporto che non potrà mai essere ottenuto: "Ci sono molti studenti come me che hanno vinto la borsa di studio dello IUPALS, e tutti hanno sogni e obiettivi per i quali stanno lavorando duramente. La nostra richiesta è di non privarci di questo diritto fondamentale che è l'istruzione, e di iniziare l'evacuazione dalla Striscia il prima possibile".

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