Cassazione: atti di bullismo punibili come stupro di gruppo

La Corte di Cassazione ha convalidato una condanna a cinque anni di reclusione nei confronti di un 25enne colpevole di un "atto di bullismo": aveva infilato un bastoncino di legno nella zona anale di un minorenne che intanto veniva immobilizzato da un altro ragazzo. I giudici della Terza sezione penale non hanno dubbi: anche la sola finalità di umiliare può essere punita come violenza. Viene sottolineato come tutti gli atti che rientrano in un contesto di vessazione, aggressione e bullismo possono essere puniti in base all’articolo 609 octies del codice penale, sulla violenza di gruppo. Nei confronti del 25enne, che ha appunto ricevuto una condanna come stupro di gruppo, i giudici della Cassazione hanno dato dunque ragione a quelli della Corte d’Appello di Palermo evidenziando che “correttamente hanno ritenuto che la eventuale finalità, anche solo esclusiva, di umiliazione della persona offesa, non abbia privato la condotta dell’oggettiva connotazione sessuale a essa indiscutibilmente derivante dalla zona corporale intenzionalmente aggredita”.

Respinto il ricorso del condannato – Da parte sua il 25enne condannato ha provato a dimostrare che il suo gesto non aveva una connotazione sessuale ma appunto andava inserito in un contesto di bullismo. Inoltre la minima gravità del danno doveva portare i giudici a dare al fatto una “valenza minimale”. Ricorso respinto perché l’episodio, dice la Cassazione, è inquadrato “all’interno della previsione delittuosa della violenza di gruppo”. Perché nel concetto di atti sessuali va ricondotto qualsiasi atto che appunto coinvolge la corporeità sessuale della persona offesa.