Caso Saviano – Quotidiani Libra: ecco come si è espressa la Cassazione

La Cassazione è intervenuta sulla querelle tra Roberto Saviano e la Mondadori, rispettivamente autore ed editore del best seller ‘Gomorra', e la casa editoriale ‘Libra' che aveva ottenuto – dalla Corte di Appello di Napoli nel 2013 – 60mila euro di risarcimento danni per tre articoli riprodotti nel libro senza l'indicazione dell'autore e della fonte nonostante fossero stati pubblicati su quotidiani del casertano editi appunto da ‘Libra'. Secondo la Suprema Corte – sentenza 12314 depositata dalla Prima sezione civile – "è evidente" che in questa causa sul diritto d'autore "non era in discussione l'originalità e la creatività del libro Gomorra, ma solo il plagio di alcune sue parti specifiche e limitate" – quantificate dallo stesso Saviano nello 0,6% del libro di 331 pagine – per le quali non è "intervenuta l'attività creativa dell'autore stesso".
La Corte ha rinviato in Appello la valutazione sul risarcimento dal momento che i giudici non hanno spiegato "in che cosa poteva concretizzarsi il lucro cessante" della ‘Libra' "in relazione alla peculiarità della fattispecie, in cui l'opera plagiata (articoli apparsi sui giornali) e l'opera plagiaria (romanzo) non si ponevano in concorrenza tra loro". Questo in quanto sono state distribuite "su circuiti commerciali del tutto diversi" ed avevano un "diverso tipo di pubblico". Inoltre la ‘Libra' – sottolinea il verdetto – esauriva "la propria distribuzione nell'ambito di pochissimi giorni (se non del giorno stesso)" mentre Gomorra, opera che "oltretutto era stata edita dopo più di un anno dalla uscita dei giornali", usufruiva "di un periodo di distribuzione e di vendita molto più lungo". Insomma i 60mila euro liquidati in appello, a fronte dei complessivi 600mila chiesti in primo grado e negati alla ‘Libra' dai giudici del Tribunale di Napoli nel 2010, potrebbero essere ridotti o sparire nell'appello bis.
Nulla da fare, invece, per la richiesta di Saviano di non pubblicare tra i ‘credit' dei tre articoli riprodotti il nome dell'editore di ‘Libra', Maurizio Clemente, condannato in primo grado a otto anni e mezzo di reclusione per ricatti a mezzo stampa. "Detta citazione – spiegano gli ‘ermellini' – è espressamente prevista dall'art. 70 comma 3 della legge sul diritto d'autore". In primo grado, invece, con sentenza passata in giudicato, ‘Libra' è stata condannata in via definitiva a pagare 5mila euro a Saviano per aver riprodotto sui suoi quotidiani locali – ‘Il Corriere di Napoli' e ‘Il Corriere di Caserta' – due articoli che l'autore anticamorra aveva scritto per ‘Il Manifesto' e per ‘Repubblica'.
In primo grado i giudici di Napoli hanno rigettato le pretese di Libra. In secondo grado il tribunale ha riconosciuto che le parti che si intendono plagiate sono tre. Una è presente nel dettaglio sulla pagina Fb di Roberto Saviano. Le altre due riguardano una gli assetti delle imprese criminali definite multilevel e l'altra il percorso che ha fatto in auto Paolo Di Lauro dopo la cattura. Come già ampiamente spiegato anche su Facebook dallo scrittore sì è ritenuto plagio il non aver citato la fonte nonostante seppure Saviano l'avesse citata (come ha fatto altre volte) sarebbe stato probabilmente querelato per diffamazione in quanto già avvenuto in passato ogni qual volta lo scrittore ha citato i quotidiani del Gruppo Libra. Nel secondo e terzo caso si tratta della cosiddetta "identica fonte" ovvero i mattinali della Questura. Dettagli non presenti nella motivazione ma che trovano spazio quando la corte sottolinea "l'importanza e l'originalità di Gomorra". Il tribunale ha individuato quali parti siano uguali senza sminuire l'originalità complessiva dell'opera. Inoltre i quotidiani del gruppo ‘Libra' hanno subito una condanna, ribadita in ogni grado di giudizio, per aver indebitamente pubblicato due articoli dello scrittore senza averne il consenso e senza averlo citato.