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L'omicidio di Roberta Ragusa

Caso Ragusa, il supertestimone dell’accusa va in carcere per furto

Loris Gozi, principale accusatore del marito della donna Antonio Logli, deve scontare una pena di tre anni per un furto del 2008.
A cura di Antonio Palma
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È finito in carcere con una condanna per furto Loris Gozi, il supertestimone dei pm che ha accusato Antonio Logli nel processo sulla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna svanita nel nulla nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 a Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. A darne notizia è stato lo stesso legale dell'uomo, l'avvocato Antonio Cozza, sottolineando che l'episodio contestato risale al 2008. L'uomo infatti deve scontare una pena detentiva di tre anni di reclusione dopo che i giudici non gli hanno concesso nessuna misura alternativa. "Loris è finito in carcere perché sostanzialmente è senza occupazione e il tribunale di sorveglianza ha respinto la nostra richiesta di misure alternative" ha spiegato l'avvocato, aggiungendo: "Quindi possiamo dire che il suo ‘senso civico’ di riferire quanto a sua conoscenza relativamente al caso-Ragusa ha finito per nuocergli".

Secondo il legale, "Gozi nonostante i ripetuti appelli televisivi ha trovato tutte le porte sbarrate e nessuno ha voluto offrirgli un lavoro”, quindi ora si ritrova in una situazione difficile. "È sconfortato ma ancora fiducioso nella giustizia e in tutti coloro che in questo doloroso momento gli hanno mostrato vicinanza e solidarietà: ci attiveremo immediatamente per far sì che egli possa uscire dal carcere il prima possibile" ha assicurato l'avvocato.

Il ruolo di Gozi nel Processo Ragusa

Loris Gozi ha avuto un ruolo essenziale nella ricostruzione della vicenda della scomparsa di Roberta Ragusa da parte dei pm della procura pisana. Il giostraio di 38 anni infatti è stato il principale accusatore di Antonio Logli, marito della donna, imputato per omicidio volontario e distruzione di cadavere ma prosciolto nell’udienza preliminare del marzo scorso "perché il fatto non sussiste". Gozi ha sempre riferito di aver visto Logli in strada la notte della sparizione della Ragusa mentre litigava con una donna che poi avrebbe spinto violentamene in auto, probabilmente colpendola alla testa con lo sportello, per poi allontanarsi velocemente. La sua versione sul caso Ragusa sarà ribadita ancora un volta in tribunale entro questa estate quando in Cassazione si discuterà del ricorso dei Pm contro l'assoluzione di Logli

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