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Elena Ceste: storia di un omicidio premeditato

Caso Elena Ceste, il marito cambia avvocato e si affida a Marazzita

Michele Buoninconti ha deciso di sostituire il legale d’ufficio con l’avvocato romano Giuseppe Marazzita.
A cura di Antonio Palma
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Nuovo colpo di scena nell'intricata vicenda giudiziaria del caso di Elena Ceste, la donna che scomparve dalla sua abitazione di Costigliole d'Asti il 24 gennaio del 2014 e il cui corpo senza vita fu ritrovato in un piccolo corso d'acqua vicino casa il 18 ottobre successivo. L'unico accusato dell'omicidio della donna, il marito Michele Buoninconti, infatti sembra voler cambiare strategia difensiva nel processo a suo carico e ha deciso di cambiare avvocato. Buoninconti ha già scelto il suo nuovo legale affidando la propria difesa all'avvocato Giuseppe Marazzita, figlio del principe del foro e conosciutissimo avvocato romano Nino. Fino ad ora ad assistere legalmente Buoninconti, che è in carcere dal gennaio scorso con l'accusa di essere l'autore dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere della moglie Elena Ceste, era stato un avvocato d'ufficio di Asti, Chiara Girola.

Non si tratta però di una mancanza di fiducia verso il legale. Secondo quanto appreso dall'agenzia Ansa, infatti, lo stesso avvocato Girola, che aveva assistito il vigile del fuoco sin dal suo arresto, continuerà a seguire Buoninconti nel procedimento per l'affidamento dei figli. Nella decisione di affidarsi allo studio Marazziata secondo indiscrezioni sarebbe pesata insistenza dei familiari del detenuto. Ad ogni modo Marazzita affiancherà nella difesa di Buoninconti l'avvocato Enrico Scolari, il legale di Ivrea già nel pool di avvocati del vigile del fuoco.

Il team di legali verrà affiancato da una serie di esperti come la criminologa Ursula Franco che nei giorni scorsi ha radicalmente confutato la tesi accusatoria contro l’indagato, sostenendo che Elena Ceste morì per assideramento nel canale di scolo. Per la criminologa, Elena Ceste “si allontanò da casa dopo essersi denudata, in preda a un delirio psicotico, e si nascose nel rio Mersa, dove si addormentò. Lì morì per assideramento, al sonno subentrò uno stato di torpore durante il quale fu colpita da ipotermia”. "Elena si sentiva perseguitata, era convinta che soggetti estranei alla famiglia volessero portarla via. Era psicotica, una patologia che può manifestarsi anche in seguito ad un esaurimento nervoso" ha ribadito la criminologa le cui affermazioni però dovranno trovare riscontro in tribunale.

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