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Covid 19

Capua: “Nel 2021 avremo ancora a che fare con la pandemia. Ma troviamo il modo di essere felici”

Per la professoressa Ilaria Capua non stiamo ancora vedendo la luce in fondo al tunnel e l’emergenza sanitaria per il coronavirus non sta per finire: “Nel 2021 dovremo ancora aver a che fare con la pandemia ma non significa che dovremo stare tutti chiusi dentro casa. Dobbiamo usare questo momento per reinventarci un modo di vivere, essere produttivi e essere felici”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Nel 2021 dovremo ancora aver a che fare con la pandemia ma non significa che dovremo stare tutti chiusi dentro casa. Dobbiamo usare questo momento per reinventarci un modo di vivere, essere produttivi e essere felici". Lo ha detto la professoressa Ilaria Capua, direttore dell'UF One Health Center, a DiMartedì su La7. I tempi del vaccino sono ancora incerti, e anche se fosse disponibile già dall'inizio del nuovo anno serviranno mesi per vaccinare tutta la popolazione.

I cittadini, con il nuovo dpcm che sarà in vigore da domani, dovranno fare i conti con misure più restrittive. A una domanda sulla necessità di un'ulteriore stretta nei prossimi mesi l'esperta ha risposto così: "Non si parla di lockdown totali ma di lockdown graduati, a seconda della situazione e di tutto quello che abbiamo imparato. Non siamo più a febbraio, siamo quasi a novembre: abbiamo imparato tantissime cose e stiamo facendo tesoro di queste conoscenze. Ci saranno incidenti di percorso e momenti di circolazione più vivace, questo è il primo inverno che questo virus si fa in Occidente".

"Il campanello d'allarme sono le terapie intensive. Sono certa che sono state studiate soglie d'attenzione, al di là di queste bisogna stare molto attenti. Far finta che il virus non esista è pericoloso", ha spiegato

"Questo virus mantiene al suo interno una ricchezza di elasticità del genoma. Si manifesta in maniera diversa nelle varie persone, come se non si fosse ancora assestato. Tra qualche anno vedremo che il ventaglio di manifestazioni sarà più stretto, anche perché ogni giorno che passa impariamo qualcosa di nuovo e dobbiamo metterlo a frutto".

"La mia speranza è che questo virus, man mano che circola, si attenui e che con una serie di misure si possa gestire la malattia come un raffreddore. Ma non sono in grado di dire quando avverrà: dipende da noi e dagli strumenti che useremo per contrastare questa epidemia. Non ci sono solo i vaccini ma anche le terapie, sono ottimista da questo punto di vista. Non avremo a che fare con un virus così violento da qui a 4-5 anni, la storia ci insegna questo".

"Preoccuparsi e basta è inutile – ha concluso – Bisogna agire. Vorrei prima di tutto dare un consiglio generale: parlare meno ed essere più concreti. Siamo in mezzo ad una pandemia, basta guardare cosa sta succedendo in Francia e in Spagna. Succederà anche qui se non facciamo ciò che è necessario".

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