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Guerra in Ucraina

Bombe su centrale Zaporizhzhia, l’ISIN: “Danni in diversi punti, ma nessun rilascio di radioattività”

L’intervista di Fanpage.it a Maurizio Pernice, direttore dell’ISIN, l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, che tranquillizza: “Bombe su centrale Zaporizhzhia? Danni a strutture e impianti, ma non hanno causato alcun rilascio di radioattività nell’ambiente e non è stata registrata alcuna anomalia. Ignote le possibili conseguenze di un incidente di grande portata”.
A cura di Ida Artiaco
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La centrale di Zaporizhzhia
La centrale di Zaporizhzhia
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"Non siamo in grado di determinare in termini di rischi e danni le conseguenze per la popolazione e le risorse ambientali in caso di incidente alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Al momento i danni alle strutture e agli impianti non hanno causato alcun rilascio di radioattività nell’ambiente e non è stata registrata alcuna anomalia. Ma è la situazione in sé un rischio per la sicurezza".

A parlare a Fanpage.it è Maurizio Pernice, direttore dell'ISIN, l'Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione, che ha commentato le ultime notizie in arrivo dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, la più grande d'Europa, diventata bersaglio nei giorni scorsi di una serie di raid, con le bombe che sono cadute vicine ai reattori dell'impianto, il che ha costretto l'Agenzia atomica internazionale ad intervenire.

Dott. Pernice, IAEA nei giorni scorsi ha dichiarato che a Zaporizhzhia “sia sta giocando col fuoco”. Che significa?

"Sin dall’inizio dell’occupazione russa, nel marzo scorso, le attività belliche hanno coinvolto anche le aree limitrofe e interne alla centrale nucleare di Zaporizhzhia ed è la prima volta nella storia che una centrale nucleare si trova in uno scenario di guerra. Quando il Direttore Generale dell’Agenzia per l’energia atomica delle Nazioni Unite, la IAEA, afferma che “si sta giocando con il fuoco”, richiama la possibilità che si verifichino situazioni incidentali di cui ad oggi non è possibile determinare le conseguenze, in termini di rischi e danni per la popolazione e le risorse ambientali.

Siamo a conoscenza della portata degli incidenti di Fukushima e Chernobyl: in conseguenza di quest’ultimo, in Italia è stato limitato il consumo di alcuni alimenti; non abbiamo tuttavia alcuna esperienza del coinvolgimento di un reattore nucleare in un bombardamento.

Occorre tener conto che le barriere ed i sistemi di sicurezza esistenti nelle centrali sono progettati con ridondanze e capacità di resistenza ad eventi di origine antropica e naturale anche gravi, che possono aiutare a prevenire eventuali significativi rilasci di radioattività nell’ambiente anche nelle circostanze in cui un atto bellico, pur se non assunto a riferimento nel progetto, colpisca e danneggi parti anche vitali della Centrale.

Una grave azione bellica potrebbe tuttavia danneggiare ancora più seriamente la struttura di contenimento dei reattori e i reattori stessi, determinando rilasci di radioattività addirittura superiori e la necessità di estendere ancora di più il raggio d’azione nel quale adottare misure protettive".

Nelle ultime ore sono state segnalate decine di esplosioni intorno all’area della Centrale e oggi la IAEA effettuerà l’ennesima ispezione. Quanto è al momento a rischio la sicurezza della zona?

"In base alle notizie che ISIN, in qualità di Centro Emergenze Nucleari, acquisisce dall'IAEA tramite i sistemi internazionali di pronta notifica, al momento i danni alle strutture e agli impianti non hanno causato alcun rilascio di radioattività nell’ambiente e non è stata registrata alcuna anomalia. Tuttavia, in un contesto bellico è la stessa situazione in atto a rappresentare un rischio per la sicurezza".

La centrale nucleare di Zaporizhzhia dall'alto
La centrale nucleare di Zaporizhzhia dall'alto

Cosa, che voi sappiate, è già stato danneggiato e cosa non dovrebbe essere assolutamente toccato?

"Al momento le informazioni diffuse dalla IAEA, sulla base di quanto dichiarato dalla direzione del sito, segnalano danni in diversi punti, tra cui un edificio di stoccaggio di rifiuti radioattivi, sistemi di spruzzamento nel bacino di raffreddamento, un collegamento elettrico con uno dei generatori diesel di emergenza, ai serbatoi di stoccaggio dell’acqua demineralizzata e a una passerella di collegamento tra un reattore e il suo edificio sistemi ausiliari.

Fortunatamente, anche in questa occasione, che appare come uno degli episodi più intensi degli ultimi mesi, non sono stati coinvolti sistemi critici per la sicurezza e la protezione dell’impianto. Alla domanda “cosa non dovrebbe essere assolutamente toccato” in una centrale nucleare, considerando l’elevato livello di sicurezza alla base della progettazione, della realizzazione e della gestione di un impianto nucleare, la prima risposta che verrebbe da dare è “tutto!”.

E comunque, tutte quelle strutture e sistemi che garantiscono il contenimento della radioattività (dal combustibile nucleare stesso sino alle strutture dell’edificio di contenimento del reattore), la gestione della reazione nucleare e la refrigerazione del nocciolo del reattore, che include tra i vari sistemi anche la disponibilità dell’alimentazione elettrica della centrale".

Quali i rischi immediati nel caso in cui gli attacchi non si interrompono subito?

"La prosecuzione delle attività belliche rende probabile che, anche casualmente, un colpo possa danneggiare parti degli impianti ancor più rilevanti per la sicurezza".

Quali sono le possibili soluzioni che la IAEA potrebbe mettere in campo per evitare ulteriori danni all’impianto? Grossi ha parlato di recente di “santuarizzazione” della centrale….

"Già da alcuni mesi il Direttore Generale Grossi ritiene, anche attraverso un’intesa attività diplomatica di consultazione con i leader mondiali, che sia necessario realizzare una zona di sicurezza e di protezione della Centrale e dell’area circostante. Questa proposta comprende, presumibilmente, anche la garanzia della disponibilità del collegamento elettrico della centrale con gli elettrodotti esterni, la possibilità per il personale di operare senza la pressione di una occupazione militare dell’impianto, la disponibilità di approvvigionare le necessarie parti di ricambio e la possibilità di eseguire i necessari interventi di manutenzione, un affidabile e continuo collegamento con l’Autorità per la sicurezza nucleare.

Si tratta di misure necessarie a garantire, nell’attuale contesto bellico, la sicurezza nucleare".

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