Bologna, fratellini caduti dall’ottavo piano. La docente: “David era contento, era stato in gita”

Sono morti troppo giovani, avevano solo 11 e 14 anni. Benjamin e David Nathan vivevano in un palazzo alla periferia di Bologna, nel quartiere Barca: sono precipitati ieri dall'ottavo piano. Per i due fratellini non c'è stato nulla da fare. Il padre dei due, Eitz Chabwore, che era in casa con loro, in quel momento stava facendo la doccia, e non si è accorto di nulla. Ora si dispera: "Adesso pregate per la mia famiglia". L'uomo ha raccontato di averli rimproverati poco prima della tragedia, di cui ancora non si conoscono le cause: Benjamin e David erano andati a fare la spesa, ma non avevano riconsegnato tutto il resto del denaro che il padre aveva dato loro.
"Mio marito è una persona amorevole", continua a ripetere Lilian Dadda, sentita dagli inquirenti: la donna era al lavoro quando ha saputo della morte dei suoi figli. Un vicino ha riferito un episodio avvenuto l'anno scorso: il padre, per punirli, aveva chiuso i due ragazzini in bagno, ed erano intervenuti i vigili del fuoco per farli uscire.
David frequentava la terza media all'istituto ‘Galilei', mentre il più piccolo dei due frequentava le primarie al ‘XXV Aprile'. A scuola li ricordano così: "David giovedì con la sua classe era andato in gita scolastica a Mantova. Era contentissimo e sereno mi dicono. Che tragedia", ha detto una delle docenti, intervistata da ‘Il Resto del Carlino'. Gli altri allievi delle scuole dell'Istituto comprensivo Croce di Casalecchio sono sotto shock, e riceveranno la visita di una psicologa domani, che li aiuterà ad elaborare questo grave lutto.
I due ragazzi erano perfettamente integrati a scuola e nel quartiere. La loro famiglia è di origine kenyota: i genitori vivono in Italia da diversi anni. La coppia ha altri due figli, un bimbo di due anni e una bambina di 8. Fino a poco tempo fa vivevano nel quartiere popolare di Casalecchio. L'appartamento che li ospita adesso, ora sotto sequestro, è di proprietà di una onlus. "Sono seguiti tutt'ora dai nostri servizi sociali ma solo per le difficoltà abitative -ha raccontato il sindaco di Casalecchio Massimo Bosso – Non ci sono mai stati altri problemi, se non uno sfratto che li costrinse a cambiare casa e a trasferirsi alla Barca. I nostri servizi li hanno mantenuti in carico e proprio poco tempo fa avevano proposto loro di tornare a Casalecchio. Non hanno accettato la proposta, forse si trovavano bene dove erano andati. I due figli però hanno sempre continuato a venire a scuola qui e non mi risulta che abbiano mai generato problemi. Tanto che l’unico motivo di contatto coi servizi era il problema abitativo".