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Bologna, avvelenano e uccidono amico per derubarlo: fermati marito e moglie

Quello che appariva come un decesso naturale dovuto ad arresto cardiaco improvviso si è rivelato invece una decesso causato da una condotta criminale. Per la morte del 63enne Vito Balboni in manette sono finiti un 54enne e un 49enne a cui vengono contestati i reati di rapina pluriaggravata, morte come conseguenza di altro delitto e indebito utilizzo di carte di pagamento.
A cura di Antonio Palma
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immagine di repertorio
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Avrebbero avvelenato e ucciso un loro amico lasciandolo agonizzante nell'auto parcheggiata per ben due giorni solo per derubargli il bancomat e fare acquisti con la sua carta. Queste le pesantissime accuse nei confronti di due coniugi arrestati nelle scorse ore dai carabinieri di Bologna che gli contestano il reato di rapina pluriaggravata, morte come conseguenza di altro delitto e indebito utilizzo di carte di pagamento. In manette sono finiti un 54enne di Bologna ma residente a Budrio e una donna 49enne  residente a Bologna. Ai due gli inquirenti sono arrivati dopo mesi di indagini e accertamenti investigativi basati proprio sui prelievi dal conto della vittima, il 63enne Vito Balboni. L'uomo, ferrarese ma residente a Bentivoglio, nel Bolognese, era stato ritrovato senza vita il 6 novembre scorso all'interno della sua auto, ferma in un parcheggio a Cadriano di Granarolo Emilia, sempre nella città metropolitana di Bologna.

Quello che appariva come un decesso naturale dovuto ad arresto cardiaco improvviso si è rivelato invece una decesso causato da una condotta criminale. Come stabilito dall'autopsia sul cadavere dell'uomo, infatti, la morte sarebbe stata indotta da due potenti psicofarmaci, probabilmente sciolti in una bevanda alcolica. Non sol,o il ritrovamento dee cadavere sarebbe avvenuto diversi giorni dopo il suo decesso e l'uomo sarebbe rimasto in agonia in stato comatoso per molte ore prima che il cuore cedesse. Da qui gli approfondimenti dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Lazzaro che infine hanno portato al fermo di indiziati di delitto per i due coniugi.

I due, che si erano sposati da poco dopo che la donna era uscita dal carcere dove aveva scontato una pena di 6 anni per avere narcotizzato e rapinato un venditore porta a porta,  avrebbero sottratto alla vittima circa 1.900 euro attraverso vari prelievi, undici in tutto in vari  sportelli bancari. Proprio esaminando le immagini di sorveglianza degli sportelli bancomat gli inquirenti sono riusciti a risalire al motorino che veniva utilizzato ogni volta e infine alla coppia.

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