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Famiglia che vive nel bosco

Bimbi nel bosco, la famiglia voleva 150mila euro per le analisi del sangue: “Erano garanzia per non renderli cavie”

I genitori dei bimbi cresciuti nel bosco di Chieti e ora trasferiti in casa famiglia avevano chiesto 150mila euro per far fare le analisi del sangue ai figli. L’avvocato che segue i coniugi: “Era una provocazione, una sorta di cauzione”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una richiesta di 150mila euro per sottoporre i figli alla visita di un neuropsichiatra infantile e alle analisi del sangue. Sarebbe questa la "pretesa" dei genitori dei bimbi cresciuti nel bosco di Chieti senza energia elettrica, senza un convenzionale bagno e senza frequentare istituti scolastici. L'avvocato della famiglia, il legale Giovanni Angelucci, ha subito respinto i dubbi sulla richiesta di denaro insolita, soprattutto per due genitori che dicevano di voler vivere "senza lo stress dei soldi" e di voler preservare il rapporto uomo-natura.

"Era una provocazione – ha sottolineato a Fanpage.it Angelucci -. Non c'era intenzione di lucrare sui propri figli, volevano affermare un diritto. Erano una sorta di cauzione".

Avvocato, cosa intende per "cauzione"? Ai genitori erano state richieste le analisi del sangue e una visita di un neuropsichiatra infantile, c'era bisogno di una "provocazione" simile?

Il tutto è avvenuto dopo aprile, quando i genitori con i bimbi si sono recati in Pronto Soccorso. È stato detto, tra le altre cose, che si trattava di un avvelenamento da funghi, ma non è così, si tratta di un'indigestione.

Si fa riferimento a una sospetta intossicazione da funghi nell'aprile del 2024, le carte parlano chiaro. 

Se così fosse saremmo al cimitero a pregare o in ospedale in fila per un trapianto di fegato. Resta il fatto che da qui è partito l'iter giudiziario nel quale, purtroppo, i miei assistiti sono incappati senza volere. Sono state dette diverse cose su questa famiglia, tipo che i bambini non avessero un medico o che non frequentassero la scuola.

E non è così?

I figli dei miei assistiti avevano il tesserino sanitario e il libretto vaccinale rilasciato dalla Asl di Teramo, poiché sono nati nell'ospedale di Sant'Omero, in provincia di Teramo. Fino al 2021 hanno vissuto a Torano, un paese in provincia di Teramo, dove avevano regolarmente un pediatra. Quando si sono trasferiti in provincia di Chieti dopo l'acquisto della casa di pietra nel bosco, a questi bimbi non era ancora stato dato un pediatra solo perché non erano mai stati male. Non avevano bisogno di medicine o di essere visitati.

Quindi è vero che non avevano un medico: allo stato dei fatti, i minori non avevano un pediatra.

Non che non gli fosse mai stato assegnato. Non gli era ancora stato dato un nuovo pediatra, è diverso.

Torniamo ai 150mila euro: perché chiedere una somma del genere alla richiesta del Tribunale di avere le analisi del sangue dei bimbi e il parere di un neuropsichiatra infantile?

Perché questa famiglia si è trovata purtroppo impigliata in un iter procedurale non voluto. Gli assistenti sociali avevano chiesto delle cose che secondo i miei assistiti non erano necessarie, soprattutto violavano i loro diritti. Quella cifra era una provocazione, una sorta di sfida che purtroppo gli si è ritorta contro. Di questo un po' si pentono, però non era una sfida allo Stato o peggio ancora, un tentativo di lucrare sui propri figli.

Una provocazione se vogliamo non necessaria, no?

Questi 50mila euro a bambino non erano da incassare, erano una sorta di "cauzione".

Una cauzione?

Sì. La loro provocazione era: ‘Voi trattate i nostri figli come merce o cavie da laboratorio? Noi vogliamo garanzie'.

Cavie da laboratorio per delle analisi del sangue? Avvocato, non le sembra esagerato?

Sono state fatte, cos'altro avrebbero dovuto fare i genitori? L'ospedale ha la loro cartella clinica, sa che analisi sono state svolte. Sono stati analizzati più questi bambini in un anno che tutti i minori d'Italia messi assieme. I genitori si stavano solo chiedendo a che pro? Non è per i soldi, a questi genitori è stato offerto più di una volta sostegno economico, lo hanno sempre rifiutato perché non ne avevano bisogno.

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