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Famiglia che vive nel bosco

Bimbi nel bosco, la curatrice: “Sono maturi, ma la più grande ha difficoltà a scrivere il suo nome”

I tre figli dei Trevallion, ora in casa famiglia a Vasto, si stanno adattando rapidamente. La curatrice Marika Bolognese parla di difficoltà reali ma superabili e di un atteggiamento dei genitori cambiato in positivo.
A cura di Davide Falcioni
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A Vasto, nella casa famiglia che li ospita da alcune settimane, i piccoli Trevallion stanno vivendo un cambiamento che procede per tappe quotidiane e imparano giorno dopo giorno cosa significhi condividere tempi, regole e relazioni con altri adulti e bambini. Superato un primo, inevitabile turbamento, l’adattamento è stato rapido e starebbe dando i frutti sperati, come confermato da Marika Bolognese, curatrice speciale dei tre fratelli e avvocata che li segue da mesi nel percorso di monitoraggio dei servizi sociali.

"I tre figli dei Trevallion – dice al Corriere – sono bambini fantastici, educati, rispettosi. Ma hanno delle difficoltà che non possono essere taciute", spiega. Parole che aiutano a leggere anche il cambiamento di atteggiamento dei genitori nei confronti delle istituzioni. "Si tratta di bambini ben più maturi della loro età (la più grande ha otto anni, i due gemelli sei ndr). Hanno maturato esperienze sul campo. Però quando la più grande di otto anni ha difficoltà a scrivere correttamente il suo nome e cognome, non si può soprassedere".

Nella casa famiglia, il percorso scolastico è stato avviato secondo modalità analoghe a quelle dei coetanei. Ci sono orari dedicati allo studio, accolti con favore dalla madre, Catherine Trevallion. Bolognese parla di "criticità superabili" e insiste su due elementi che segnano una discontinuità rispetto al passato: apertura e disponibilità al confronto da parte dei genitori. È su questo terreno che si innesta una lettura meno pessimistica del futuro. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso dei legali della famiglia, ma in prospettiva la Cassazione potrebbe valutare i progressi compiuti nell’ultimo mese, dall’allontanamento dei bambini a oggi.

Nella relazione più recente, la curatrice lo afferma con chiarezza, soffermandosi anche su aspetti sanitari come pediatra e vaccinazioni. "Appare significativo – si legge – rilevare come l’attuale atteggiamento dei genitori risulti mutato in senso positivo. Entrambi, infatti, hanno manifestato la volontà di aderire alle prescrizioni mediche indicate". Un cambio di passo che riguarda anche l’istruzione parentale, scelta finora difesa con forza dalla famiglia e che ora, secondo Bolognese, mostra segnali di revisione "che meritano di essere sostenuti". È questo “prima e dopo” a pesare sul futuro della vicenda, in attesa che sia il Tribunale per i minorenni dell’Aquila a pronunciarsi.

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