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Bimbi nel bosco, il papà rimasto solo: “Mi sento debole, mi manca la mia famiglia, anche gli animali soffrono”

Nathan Trevillion, rimasto solo nel bosco di Palmoli dopo l’allontanamento dei figli: “Ho rimesso tutta la notte, mi sento debole, mi manca tutta la mia famiglia. Gli animali stanno risentendo della mancanza dei miei figli e di mia moglie”.
A cura di Davide Falcioni
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Nel silenzio del bosco di Palmoli, in Abruzzo, la prima domenica senza i suoi figli pesa come un macigno per Nathan Trevillion. È rimasto nel casolare da solo, con gli animali di cui si prendeva cura insieme alla moglie e ai tre bambini prima del provvedimento del Tribunale dell’Aquila che ha disposto il collocamento dei minori in una casa famiglia.

Trevillion appare provato, anche fisicamente. "Ho rimesso tutta la notte, mi sento debole, mi manca tutta la mia famiglia, mi sto curando con la rosa canina", racconta al Messaggero, spiegando che persino gli animali sembrano manifestare il vuoto lasciato dai piccoli. "Gli animali stanno risentendo della mancanza dei miei figli e di mia moglie, gli animali hanno sentimenti. Ora devo prendermi cura di loro, poi andrò a mangiare qualcosa da solo". Questa mattina, aggiunge, è scappato anche l’asinello, un episodio che ha contribuito ad accrescere il senso di smarrimento.

Mentre il padre resta isolato nel casolare, si profila una complessa battaglia legale contro il provvedimento che ha sospeso la responsabilità genitoriale di Nathan Trevillion e Catherine Birmingham. "Riporterò a casa i miei figli" ha dichiarato lui, mentre la moglie, che è l’unica ammessa nella struttura dove ora vivono i bambini, assicura: "Torneremo ad essere un nucleo familiare".

La donna li incontra solo in momenti prestabiliti e ha raccontato la fragilità emotiva dei piccoli: "Li vedo stranamente euforici, e capisco che è la dimostrazione della loro ansia. Vorrebbero tornare a casa, tornare ad essere un nucleo familiare". Lei stessa ha scelto di restare nella casa famiglia per non allontanarsi: "Io resto qui, non li lascio soli". La donna ha confermato inoltre le scelte educative della coppia: "I nostri figli non andranno in una scuola ortodossa, continueranno, invece, a ricevere un’educazione familiare e naturale, si chiama unschooling e ti connette con la parte destra del cervello".

Il legale della coppia ha annunciato il ricorso, che conterrà documenti e certificazioni: idoneità statica dell’abitazione, un progetto per la realizzazione di un bagno con fitodepurazione, e gli atti sui vaccini. "Quanto agli aspetti sanitari i bambini hanno fatto i vaccini obbligatori, non hanno fatto il richiamo perché non vanno a scuola, quindi non è che non sono vaccinati, il primo vaccino lo hanno fatto", ha chiarito il legale. Saranno depositate anche le richieste formali di istruzione parentale. "Questi bambini hanno più relazioni vere di tanti coetanei che magari hanno amici virtuali sul telefonino. E la mobilitazione pacifica, che c'è stata e ci sarà, dei cittadini di quel comprensorio, dimostra la socialità di questa famiglia", aggiunge.

Intanto, il caso si è trasformato in un terreno di scontro istituzionale. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio invita alla prudenza: "Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso e grave quindi bisognerà approfondire, ci saranno accertamenti profondi". Di segno opposto le parole del vicepremier Matteo Salvini: "Siamo di fronte ad un sequestro di tre bimbi tolti alla madre e al padre in maniera indegna, preoccupante, pericolosa e vergognosa".

A difesa dell’operato dei giudici è intervenuta l’Associazione nazionale magistrati: l’atto, spiegano, "si fonda su valutazione tecniche ed elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto con finalità esclusivamente protettive". Il segretario dell’Anm, Rocco Maruotti, invita la politica alla cautela: "L'ordinanza è stramotivata, è lunga dieci pagine. La politica legga i provvedimenti prima di attaccare a occhi chiusi e non strumentalizzi".

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