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Covid 19

Bimba di 11 anni ricoverata per Covid a Bologna: “Ancora grave, caso più unico che raro”

Restano gravi le condizioni della bimba di 11 anni di origine pachistana ricoverata in terapia intensiva per Covid all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove è stata trasferita da Cona circa una settimana fa. Un caso più unico che raro, hanno raccontato gli esperti, anche perché la giovane non presenta alcuna malattia pregressa.
A cura di Ida Artiaco
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Non sono buone le notizie che arrivano dall'ospedale Sant'Orsola di Bologna, dove è ricoverata la bimba di 11 anni di origine pachistana ma residente nella provincia del capoluogo emiliano ormai da quasi una settimana dopo essere risultata positiva al Coronavirus. Le sue condizioni, infatti, sono ancora gravi, come si apprende da fonte mediche, che tuttavia cercano di mantenere sulla vicenda il massimo riserbo considerata l'età della paziente e il suo stato di salute. Ciò che è certo è che la piccola è intubata e lotta tra la vita e la morte dopo il peggioramento improvviso della situazione. La bimba, che frequenta la scuola media, è arrivata dall'ospedale di Cona a Bologna, dove è stata subito trasferita in rianimazione. Un caso più unico che raro, hanno raccontato gli esperti, anche perché la giovane non presenta alcuna malattia pregressa. "Ho sentito molti colleghi e, a quanto ci risulta, sarebbe il primo caso di una bimba così piccola, senza altre patologie a quanto parrebbe", aveva detto il rianimatore Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aarol-Emac, qualche giorno fa al Resto del Carlino.

In attesa di segnali di miglioramento, un dato confortante è l’assenza di nuovi decessi nella giornata di ieri a Cona, dove la piccola risiede con i genitori, anche loro risultati positivi al virus. Ma cresce lentamente anche qui come nel resto dell'Emilia la curva dei contagi, mentre si abbassa l'età mediana dei malati a riprova della maggiore incidenza tra i più giovani, probabilmente a causa della circolazione delle varianti, come quella inglese, più contagiose rispetto al ceppo originario. Per arrestare la trasmissione del contagio, è stato deciso il passaggio in zona arancione rafforzata per tutti i Comuni dell’Ausl Romagna, escluso il distretto di Forlì. Si parla quindi delle provincie di Ravenna, Rimini e dei Comuni del cesenate, oltre ai comuni della provincia di Imola già interessati dal provvedimento. La restrizione inizierà il 2 marzo e si concluderà, salvo ulteriori proroghe, il 17 marzo. Le differenze principali rispetto alla fascia arancione riguardano la chiusura di tutte le scuole e università (tranne la scuola dell’infanzia e i nidi), la sospensione delle attività sportive di base anche se all’aperto e il divieto di uscire dal proprio Comune.

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