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Analisi di post e follower: così l’Agenzia delle Entrate e la Gdf vanno alla caccia degli influencer evasori

Incrocio dati, analisi di post e follower pubblicitari e anche violazioni della privacy: cosa dice il patto fra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate sugli influencer.
A cura di Nico Falco
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Molti iscritti e visualizzazioni insieme a tante sponsorizzazioni di prodotti e servizi significano, verosimilmente, alti guadagni. Che si traducono in grosse disponibilità finanziarie. E che, però, devono corrispondere ad una dichiarazione dei redditi proporzionata, altrimenti c'è qualcosa che non va. Discorso che vale per tutte le categorie lavorative e deve valere anche per chi oggi fa di mestiere l'influencer o il digital creator sui social.

I tre elementi sono centrali nel memorandum operativo siglato tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate per andare a contrastare le irregolarità della "digital creator economy": è il mondo in cui si muovono influencer, blogger e creator, difficile da scandagliare perché al momento non esiste una legislazione specifica e nemmeno, nell'ordinamento italiano, è presente una definizione giuridica di influencer e marketing influencer.

Il "memorandum operativo congiunto" è stato firmato nelle scorse settimane e pochi giorni fa sono stati resi noti i risultati delle prime indagini: undici milioni di euro di Iva, secondo le stime della Guardia di Finanza, che alcuni content creator non avrebbero versato al Fisco. E tra gli indagati sono venuti fuori anche nomi decisamente noti del panorama italiano.

Numero di follower e views sotto indagine. Nel mirino anche le agenzie

Il piano di azione prevede diversi step attuativi. Innanzitutto, l'esame dei dati disponibili, compresa la "presenza" sui social complessivi, quindi tenendo conto dei vari canali riconducibili a diversi siti Internet e social, anche con sede all'estero.

Le informazioni acquisite vengono poi passate al vaglio e incrociate con quelle presenti nelle banche dati, con particolare riferimento alle agenzie che rappresentano i creator e alla eventuale la sproporzione tra numero di follower e visualizzazioni, disponibilità finanziarie mostrate e dichiarazione dei redditi.

Ultimo step, quello delle attività ispettive, delle verifiche, dell'acquisizione di documenti e delle indagini finanziarie, con modalità elaborate dall'Agenzia delle Entrate e trasmesse alla Guardia di Finanza. Le fiamme gialle potranno estendere inoltre le verifiche in tema di privacy (per il trattamento dei dati personali), di diritto d'autore (sui contenuti postati sui social e sulla tutela dei marchi) e sul divieto di pubblicità occulta.

Anche la privacy dei followers sarà oggetto di verifiche

Ulteriore aspetto, quello della privacy. Con questo termine si intende il trattamento dei dati personali dei follower, che vengono identificati come platea di riferimento del digital content creator e quindi sono strettamente legati all'attività lavorativa: quando i dati vengono gestiti e condivisi per finalità commerciali, come marketing, profilazione e/o cessione a terzi, il creator diventa il titolare del trattamento dei dati personali.

Più attenzione alla pubblicità occulta degli influencer

Focus anche sulla pubblicità occulta, ovvero su quei contenuti non dichiaratamente pubblicitari ma, in realtà, pagati da un committente con l'obiettivo di promuovere un prodotto o servizio usando il creator come "testimonial": nel memorandum viene richiamato il decreto legislativo dell'8 novembre 2021 numero 208, secondo cui le comunicazioni commerciali devono essere chiaramente riconoscibili e le violazioni sono soggette a sanzioni da parte dell'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni).

L'inquadramento fiscale e lo staff

Per l'inquadramento fiscale, non essendoci una specifica normativa, Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate sottolineano che il regime tributario da applicare non può essere definito a priori, sia per il tipo di attività svolta, sia perché gli influencer possono svolgere l'attività sia come lavoratori autonomi sia attraverso società di capitali.

Si configurano, quindi, tre ipotesi: redditi diversi, quando l'attività promozionale è occasionale; redditi da lavoro autonomo, quando l'attività viene svolta in forma abituale, anche se non esclusiva; redditi di impresa, quando l'attività viene esercitata in modo abituale e organizzata come impresa di tipo commerciale.

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