video suggerito
video suggerito
Alessandro Venturelli scomparso a Sassuolo

Alessandro Venturelli scomparso, la mamma: “È stato abbandonato al suo destino ma sono convinta sia vivo”

Ha espresso soddisfazione per la riuscita della manifestazione per i figli scomparsi tenutasi il 4 ottobre a Roma, Roberta Carassai, mamma di Alessandro Venturelli. La madre del 20enne scomparso nel 2020 a Sassuolo ha fondato l’associazione Nostos e continua a cercare senza sosta il figlio. “Alessandro non è stato aiutato da nessuno, per gli scomparsi serve un protocollo unico per le ricerche e la visione immediata delle immagini delle telecamere”.
A cura di Gabriella Mazzeo
32 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Si è tenuta sabato 4 ottobre a Roma la manifestazione "Scomparsi, non sepolti" per tutti quei figli scomparsi nel nulla e mai più ritrovati. A promuovere l'incontro è stata l'associazione Nostos, fondata da Roberta Carassai, ,mamma di Alessandro Venturelli, allontanatosi da casa ormai 5 anni fa. Con lei hanno partecipato anche i familiari di Giacomo Solinas, Marco Benso, Riccardo Branchini e Tulio Rossi.

Quasi un centinaio di persone si sono fermate a osservare la bara lasciata aperta al centro della piazza, proprio per ricordare alle persone che di questi figli non si ha alcuna notizia: non è stato trovato un corpo e neppure una persona viva e vegeta.

Immagine

Carassai però è convinta che Alessandro sia vivo e che per aiutarlo, ormai 5 anni fa, sia stato fatto molto poco. "Alle è stato cercato solo dai suoi familiari – ha spiegato a Fanpage.it -. Noi non ci arrenderemo mai, ma questo messaggio deve arrivare anche alle istituzioni che 5 anni fa non hanno impiegato tutte le loro forze per trovare mio figlio. Credo che la manifestazione sia riuscita nel suo intento".

A luglio era stata infatti chiesta per la terza volta l'archiviazione del caso di scomparsa legato allontanamento di Alessandro Venturelli da casa, il 4 dicembre 2020. All'epoca, il 21enne era in un momento di estrema fragilità.

Immagine

"L'ho detto fin dal primo istante, ho raccontato agli investigatori cosa mi diceva Alle. Prima di sparire, mi diceva di sentirsi manipolato, di avere paura. Non sono mai riuscita a farmi dire chi lo stesse terrorizzando, purtroppo. In quei giorni non sono state subito visionate le telecamere di videosorveglianza e questo è un grave errore. Oggi ricevo tante segnalazioni, la maggior parte delle quali non sono corredate da foto. Io inoltro tutto comunque al Dirigente della Squadra Mobile che quando può, verifica".

Quando avrete notizie sulla richiesta di archiviazione?

Non lo sappiamo ancora, l'udienza si è tenuta nei primi giorni di luglio. Il giudice si è riservato la decisione, quindi siamo in attesa di una risposta. È la terza richiesta di archiviazione alla quale facciamo fronte.

Secondo lei ci sono state mancanze da parte delle autorità nelle ricerche di Alle?

Io penso che bisognerebbe utilizzare un protocollo unico di ricerca per gli scomparsi, cosa che al momento non avviene. Non si può stare al buon senso di chi raccoglie le denunce. Deve esserci un protocollo con il quale si attivi subito anche la raccolta delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, probabilmente per Alle sarebbero state cruciali. Sono trascorsi 5 anni e mai è stata visionata la ripresa di una telecamera. Per me questa è una mancanza bella e buona.

Alessandro è stato cercato senza sosta solo da noi familiari, con tutti i nostri limiti. Le forze dell'ordine non si sono attivate nell'immediatezza dopo la denuncia. Mi sono perfino sentita dire come mamma che con l'alluvione nel modenese, Alle non era la priorità delle istituzioni. Mio figlio è stato abbandonato al suo destino, è una persona che ha bisogno di aiuto, io l'ho detto in ogni modo.

Immagine

Lei pensa che Alessandro sia vivo e che sia da qualche parte.

Sì sono convinta che sia così. Ricevo molte segnalazioni anche se la maggior parte non è corredata da foto. Il quantitativo di messaggi che ricevo però mi fa pensare che Alessandro è da qualche parte. Non so che cosa sia accaduto, magari pensa di non poter tornare, è finito in una situazione più grande di lui.

A quando risalgono le ultime segnalazioni che ha ricevuto? 

Ne ricevo molte, alcune sono arrivate anche in questi ultimi mesi. Purtroppo non sono mai corredate da foto e quindi questo rende tutto più complicato. Anche dietro la verifica delle segnalazioni c'è una burocrazia che non agevola il compito per i familiari.

Quando ha ricevuto l'ultima segnalazione con una foto?

Poco prima dell'estate, proprio da Roma tra l'altro. Purtroppo non era Alle quella persona, ma una foto risparmia tanta angoscia ai familiari. Ho potuto subito ringraziare chi me l'aveva mandata e dire che quello non era mio figlio. Per questo motivo chiedo sempre che la segnalazione sia corredata da un'immagine, può davvero fare la differenza.

Ha mai ricevuto una segnalazione che le ha fatto pensare: "Forse questo è Alessandro"?

Sì, ma ormai risale a due anni fa. Una foto che arrivava da Genova, sembrava davvero mio figlio. Poi però le verifiche hanno smentito questa mia sensazione. Il ragazzo dello scatto è stato identificato, ma non era il mio Alle.

Prima diceva che suo figlio le aveva confidato di sentirsi manipolato, dall'analisi del cellulare e del computer non è mai emerso chi ci fosse dietro questo tentativo di controllare mentalmente Alle?

Purtroppo no. Ho fatto analizzare il cellulare, ma era già stato nelle mie mani per 4 mesi e quindi provando a cercare indizi potrei aver compromesso la sua memoria storica. Il computer è stato sottoposto ad accertamenti ma purtroppo non ha fornito le informazioni che speravamo di ottenere.

Quanto contenuto nel cellulare non è più recuperabile?

No, non nella forma originale. Purtroppo per Alle non è andato bene niente.

Vuole lanciargli un appello?

Certo, vorrei che sapesse che nonostante questi dolorosissimi 5 anni, basterebbe che lui aprisse la porta di casa per ripartire. Tutto si rimetterebbe in ordine all'istante. La nostra famiglia era bella e solida, lo amiamo. Non ci sarebbe null'altro da mettere a posto se non i nostri cuori con il suo ritorno a casa. 

E alle autorità cosa vuole dire?

Che gli scomparsi sono persone. Sono fratelli, sorelle, parte di famiglie che non sanno dove loro siano. Vanno aiutati, sempre e comunque. Io ho fondato Nostos proprio per assistere coloro che cercano un amico, un familiare, un compagno, un figlio scomparso. Quando Alessandro tornerà a casa, quest'associazione andrà avanti nella sua missione.

Lei pensa che Alle tornerà a casa, quindi.

Lo spero. Il giorno in cui lo troverò, la nostra associazione sarà ancora più forte e lavorerà ancora più di prima.

32 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views