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Aldrovandi: cittadinanza onoraria alla madre? Lega e PdL a Bologna dicono “no”

È bagarre nel consiglio comunale bolognese per l’ordine del giorno presentato da un consigliere del Pd. I partiti di centrodestra si dicono contrari all’onorificenza: “E’ una marchetta, ci sono interessi politici”.
A cura di Biagio Chiariello
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Sembrano continuare ad oltranza le polemiche su tutto ciò che concerne lo spinoso caso dell'omicidio di Federico Aldrovandi, il giovane ferrarese ucciso da alcuni poliziotti poi condannati in tutti i gradi di giudizio. I rappresentati del Pd al comune di Bologna hanno chiesto di dare la cittadinanza onoraria alla madre del ragazzo, Patrizia Moretti. La decisione però non è piaciuta alla Lega che l'ha definita una "marchetta" e in tutta risposta ha lasciato l'aula del consiglio comunale per protesta. "Riteniamo questa decisione inopportuna e frutto di una forzatura istituzionale. Ormai – ha detto il capogruppo leghista Manes Bernardini – la cittadinanza onoraria si dà come il caffè al bar. Questo conferimento è assegnato per motivazioni ideologiche e politiche e non c'entra nulla con Bologna".

D'accordo con i rappresentati del Carroccio anche quelli del PdL che ha puntato il dito contro "il percorso non condiviso" con cui si è arrivati alla proposta. A parlare è il capogruppo Marco Lisei: "State calpestando la storia del Comune per interessi politici, perché volete fare una forzatura da primi della classe" ha detto, ricordando che la cittadinanza onoraria è sempre stata conferita "all'unanimità" da parte del consiglio. D'accordo invece M5s e Sel. Nell'ordine del giorno del Pd (presentato da Zacchiroli, Lembi e Critelli) si legge quanto segue: "Patrizia Moretti si pone ad esempio per tutti i cittadini. Ha operato e cooperato perchè verità e giustizia fossero raggiunte, riponendo piena fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni, dimostrando, nonostante tutto, altissima coscienza civica". Nei giorni scorsi migliaia di persone hanno manifestato in piazza a Ferrara in segno di solidarietà alla donna e contro il presidio precedente dei poliziotti del Coisp sotto il suo ufficio in favore dei 4 agenti condannati definitivamente per la morte del 18enne.

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