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News sull'omicidio di Alice Scagni a Genova

Alberto Scagni aggredito in carcere, il legale a Fanpage: “Ossa del volto fratturate con uno sgabello”

Alberto Scagni è stato aggredito in carcere con uno sgabello ed è stato sottoposto a un delicato intervento di chirurgia presso l’ospedale di Sanremo. Si tratta della seconda aggressione ai danni del 42enne in pochi giorni. Il legale Bettoli: “Ha ferite in tutto il corpo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sequestrato e poi picchiato in cella, nel carcere di Sanremo. Alberto Scagni è stato intubato e ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Bora di Sanremo. Il 42enne, per il quale i genitori avevano più volte contattato 112 e Salute Mentale per richiedere un TSO che però non c'è stato, era stato condannato per l'omicidio della sorella Alice, uccisa a coltellate sotto la sua abitazione di Genova il primo maggio del 2022.

Il 42enne, aggredito in cella nella notte da altri due detenuti che lo hanno violentemente picchiato, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico al naso che era fratturato. Al momento non sarebbe in pericolo di vita. L'uomo ha riportato un politrauma con lesioni soprattutto al volto e al collo. Secondo quanto dichiarato a Fanpage.it dall'avvocato che lo assiste, Mirko Bettoli, Scagni sarebbe stato colpito con uno sgabello in pieno volto.

"Non conosciamo la natura dell'aggressione ad Alberto – ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato della famiglia del 42enne affetto da problemi psichici, Fabio Anselmo -. Ho raccolto lo sfogo del suo legale, Mirko Bettoli, che neppure è riuscito a spiegarsi la precedente aggressione nel carcere di Marassi".

Il legale della famiglia Scagni ha riferito che Ilaria Cucchi, senatrice della Repubblica Italiana e sorella di Stefano Cucchi, morto a causa delle botte da parte delle forze dell'ordine che lo avevano preso in custodia dopo l'arresto, ha chiesto conto al DAP e al Garante di quanto successo.

Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)

L'avvocato Mirko Bettoli: "Alberto ferito al volto con uno sgabello"

L'avvocato che assiste Alberto Scagni, il legale Mirko Bettoli di Chiavari, ha fatto sapere che presto andrà a trovare il 42enne in ospedale. "Non appena i medici me lo consentiranno, andrò a trovarlo. È stato vittima di una brutale aggressione da parte di altri due detenuti che si trovavano in cella con lui, gli hanno fratturato le ossa della faccia con uno sgabello e procurato ferite in tutto il corpo. Sarà mia cura capire i motivi di questo pestaggio". "La procura di Imperia – ha concluso Bettoli – ha aperto un fascicolo per aggressione. Vedremo quali posizioni prendere dopo aver sentito il mio assistito".

Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice
Antonella Zarri e Graziano Scagni, genitori di Alberto e Alice

Anselmo su mancato intervento 112 per Alberto: "Famiglia chiese aiuto e fu umiliata"

"Alberto ha dei problemi psichiatrici evidenti, non conosciamo cosa però sia accaduto in carcere – ha ribadito Anselmo – anche la mamma del 42enne è affranta, scossa per quanto sta succedendo. Tutto questo poteva essere evitato dopo 64 telefonate alla Salute Mentale e dopo le richieste dell'intervento del 112".

"Siamo tutti bravi, soprattutto se siamo politici e abbiamo incarichi istituzionali, a banalizzare questi reati chiedendo condanne esemplari per gli autori. Per noi è catartico, ma il problema è che non c'è sufficiente sensibilità per questi reati – ha spiegato Anselmo -. Volti televisivi e personale in divisa invitano le persone a non sottovalutare le prime avvisaglie e a denunciare, ma davanti a una famiglia che chiede aiuto alle istituzioni, non è stato fatto nulla. La madre di Alberto è stata processata come la principale responsabile di tutto quello che è accaduto e che sta accadendo. Io lo considero un altro femminicidio, perché Antonella Zarri è stata umiliata dal sistema giustizia e sta andando incontro a un esaurimento nervoso che le sta provocando ulteriore dolore. Viene garantita impunità quando delitti come quelli di Alice Scagni non sono solo ascrivibili all'assassino".

"La soluzione da parte della Polizia di Stato per la famiglia Scagni è stata quella di chiudersi in casa. Non esiste sensibilità su questi temi".

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