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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Al processo di Sarah Scazzi le foto del suo cadavere, la mamma esce dall’aula

Concetta Serrano ha lasciato l’aula mentre sullo schermo scorrevano le foto della giovane di Avetrana e l’ufficiale dei carabinieri illustrava tutte le fasi del recupero del suo cadavere. A portarli sul pozzo dell’orrore fu Michele Misseri.
A cura di Susanna Picone
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Concetta Serrano ha lasciato l’aula mentre sullo schermo scorrevano le foto della giovane di Avetrana e l’ufficiale dei carabinieri illustrava tutte le fasi del recupero del suo cadavere. A portarli sul pozzo dell’orrore fu Michele Misseri.
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Diciottesima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la giovane di Avetrana scomparsa il 26 agosto del 2010 e rinvenuta cadavere nell’ottobre dello stesso anno in un pozzo di contrada “Mosca”. A far ritrovare il corpo della 15enne uccisa fu colui che è attualmente l’unico reo confesso dell’omicidio, lo zio di Sarah Michele Misseri, il quale però è fuori dal carcere e attualmente accusato “solo” di occultamento di cadavere. Dell’omicidio, e tuttora in carcere, sono invece accusate la cugina e la zia di Sarah, Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Quella di oggi è stata un’udienza che ha scosso particolarmente Concetta Serrano, la mamma di Sarah che, mentre venivano proiettate sullo schermo le immagini di sua figlia morta, ha preferito abbandonare l’aula.

Una testimonianza carica di dettagli – Mentre le immagini shock venivamo mostrate il luogotenente Adolfo Semeraro, del Nucleo investigativo del comando provinciale di Taranto, ha commentato quelle che furono le fasi del recupero del corpo sottolineando di essere arrivato nel luogo in cui era stata sepolta Sarah (grazie a Michele Misseri che aveva indicato con precisione il punto) intorno alla mezzanotte e venti del 7 ottobre 2010 e di aver proceduto con la realizzazione delle foto e dei video. C’erano diverse pietre che coprivano il pozzo, per tirar fuori il cadavere della giovane vittima di Avetrana si lavorò per tutta la notte. La testimonianza del luogotenente è stata ricca di dettagli: “Quando capimmo di aver scorto il cadavere della ragazzina – ha continuato Semeraro – calammo nella bocca del pozzo una telecamera per fare delle misurazioni”.

Prossima udienza il 3 luglio – Il teste ha anche detto che nello stesso pozzo di Sarah furono trovati un laccio e una collana di cuoio con un ciondolo di scoiattolo, ha descritto il recupero dei vestiti bruciati della 15enne e della batteria del suo cellulare. Dopo le orribili dichiarazioni dell’ufficiale dei carabinieri l’udienza è stata aggiornata al prossimo 3 luglio quando, tra le varie testimonianze, ci sarà anche quella di Valentina Misseri, l’altra figlia dei coniugi Misseri. È stata inoltre chiesta dal pubblico ministero Mariano Buccoliero l’acquisizione di cinque lettere di zio Michele pubblicate nell’aprile scorso sul sito Tgcom più altre interviste rilasciate da Sabrina e da suo padre.

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