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Agente del G8 di Genova condannato per stupro, il Viminale deve risarcire

L’agente condannato per lo stupro di quattro donne in Questura secondo la Cassazione non doveva stare in contatto con fermati perché già condannato per le violenze a Bolzaneto per questo il Viminale deve risarcire le vittime.
A cura di Antonio Palma
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L’assistente capo di Polizia, Massimo Luigi Pigozzi, già condannato a tre anni e due mesi per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2011, è stato condannato in via definitiva a 12 anni e mezzo di reclusione per le violenze sessuali avvenute nel 2005 nella Questura di Genova ai danni di quattro donne fermate, prostitute romene e senza fissa dimora che poi hanno identificato il poliziotto. L'agente di polizia era stato già condannato durante lo stesso procedimento giudiziario sia in primo grado che in appello e la sentenza è stata confermata oggi dalla suprema corte.  I giudici di Cassazione però a differenza dei giudici di secondo grado, nella stessa sentenza depositata oggi hanno stabilito anche un risarcimento da parte del ministero dell’Interno perché il Viminale è colpevole di non aver allontanato l'uomo già condannato in primo grado per i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto al G8 di Genova.

La Cassazione in pratica ha accolto il ricorso di una delle donne vittima di violenza costituitasi parte civile nel processo rilevando che "le mansioni svolte dall’imputato hanno grandemente agevolato la condotta criminosa" dell'uomo. Per i giudici infatti a Pigozzi fu affidato un compito delicato come la custodia degli arrestati benché fosse già stato condannato per episodi di violenza gravissima contro soggetti fermati al G8 di Genova. Come si legge nella sentenza della Terza sezione penale “E’ stato accertato che i fatti si sono svolti all’interno di un ufficio di polizia e durante il servizio di vigilanza alle persone fermate, con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica di agente di polizia” quindi “andava confermata la responsabilità civile dello Stato".

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