Accusati di raccogliere soldi per Gaza e finanziare Hamas: anche il leader palestinese Hannoun tra gli arresti

La Digos di Genova ha messo in atto misure cautelari nei confronti di nove persone e ha sequestrato circa otto milioni di euro: l'accusa è di aver finanziato Hamas tramite alcune associazioni di beneficenza italiane.
Tra gli arrestati c'è anche Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione Palestinesi in Italia, che poco meno di due mesi fa aveva dichiarato, in risposta ad accuse simili: "Sono qui da 42 anni, tutt'ora raccolgo fondi per progetti umanitari in Palestina e continuerò a farlo. Tutto quello che faccio sono progetti umanitari, non ho mai finanziato alcuna attività militare o terroristica". Gli inquirenti hanno messo nel mirino circa sette milioni di euro, inviati dal 2001 in avanti ma soprattutto dopo il 7 ottobre 2023.
L'operazione ha portato, oltre alle nove misure cautelari, anche alla perquisizione di sette persone a Genova e in altre città (Torino, Lodi, Bergamo, Roma). Sono stati perquisiti anche i locali delle associazioni a Genova, Milano e Roma.
Cosa dicono le indagini sui presunti soldi inviati ad Hamas
Le indagini della Procura nazionale antimafia avrebbero portato tre società di beneficienza per il popolo palestinese: l'Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese (Abspp), fondata a Genova nel 1994; la Organizzazione di volontariato che fa riferimento alla stessa associazione, nata nel 2003; e l'associazione La Cupola d’Oro, nata a Milano. L'accusa formale è di associazione con finalità di terrorismo. Le indagini "non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal governo di Israele", hanno specificato il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e il procuratore di Genova Nicola Piacente.
Un comunicato delle forze di polizia ha fatto sapere che gli indagati sono accusati di aver effettuato "operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro". La cifra esatta sarebbe di 7.288.248,15 euro. Versati, va detto, dal 2001 in poi, quindi nell'arco di quasi 25 anni. Ma "soprattutto" dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023, anche se non vengono dati dettagli sulle cifre.
Questi soldi sarebbero andati ad "associazioni con sede a Gaza, nei Territori palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas", oppure "ad Osama Alisawi, già ministro del governo di fatto di Hamas a Gaza".
I fondi sarebbero serviti anche a sostenere i familiari di persone che erano "coinvolte in attentati terroristici ai danni di civili", secondo gli inquirenti, e ad aiutare i "parenti di detenuti per reati con finalità di terrorismo". Gli inquirenti hanno fatto sapere che è stato anche grazie ad "atti trasmessi spontaneamente da parte delle autorità israeliane" che è stato possibile portare avanti l'accusa che Abspp faccia parte di un "network europeo che opera coordinandosi" con Hamas.

Il ruolo di Hannoun secondo gli inquirenti
Come detto, anche Mohammad Hannoun è stato arrestato. È stato a capo dell'Abspp dal 2001 al 2018, così come della relativa organizzazione di volontariato, e sarebbe "amministratore di fatto" delle associazioni La Cupola d’Oro e La Palma, create per "proseguire l’attività di finanziamento nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche".
Abspp si sarebbe occupata di "raccolta fondi" e di "propaganda", secondo le informazioni raccolte dalla Procura. E i soldi sarebbero andati "anche direttamente all'ala militare" di Hamas attraverso organizzazioni benefiche controllate dall'ala stessa.
L'accusa per lui è di aver "costituito in Italia una cellula di Hamas", di essere un "componente di vertice dell'organizzazione" e di aver operato "nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica". Più nel dettaglio, si parla di "avere destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese", oltre il "71% di tali fondi" al "finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica".
Tra gli altri colpiti dalle misure cautelari ci sono figure legate alle associazioni, come i dipendenti di Abspp Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud e Raed al Salahat, o il legale rappresentante della Cupola d'oro Abu Deiah Khalil (accusato, insieme ad altre due persone, di concorso esterno all'associazione con finalità di terrorismo). Ma nella lista c'è anche Osama Alisawi, già ministro dei Trasporti del governo di Hamas a Gaza, cofondatore di Abspp e "delegato ad operare, dal 2001 al 2009, sui conti correnti dell’associazione".
Subito gli attacchi del governo a pro Pal e sinistra
Anche se gli inquirenti hanno specificato che i fatti emersi dalle indagini – ancora preliminari – non tolgono rilievo ai crimini commessi dall'esercito e dal governo israeliano nella Striscia di Gaza, il governo Meloni non ha perso occasione per attaccare sul piano politico. "L'idolo dei pro Pal che per qualche giorno hanno bloccato l'Italia, secondo gli investigatori sarebbe un finanziatore del terrorismo", ha commentato Matteo Salvini a Radio Libertà. "Quindi c'è qualcuno che non ha capito niente, era in piazza dalla parte sbagliata. Spero che vengano presi tutti, spero che vengano espulsi quelli che sono in Italia illegalmente e spero che il processo di pace prosegua nonostante i pro Pal".
Più sobrio Antonio Tajani, che ha comunque trattato gli arresti come una condanna e ha detto di essersi "congratulato con Matteo Piantedosi", ministro dell'Interno, "per l'importante operazione antiterrorismo della Polizia di Stato e della Guardia di finanza che ha portato allo smantellamento di una organizzazione che finanziava Hamas dall'Italia". Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI) ha lanciato l'offensiva: "Ora la sinistra, accecata ideologicamente dal verbo pro Pal, chiederà scusa agli italiani per essere andata a braccetto con Hannoun e per aver partecipato a convegni con questo galantuomo quando già erano evidenti le attività sospette? Ora la sinistra aprirà gli occhi? Abbandonerà maranza, pro Pal, anarchici e tutta quella galassia anti occidentale e violenta per abbracciare la sicurezza senza tentennamenti ideologici?".