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Covid 19

A gennaio l’Italia potrebbe registrare 100mila casi al giorno secondo Ricciardi

Secondo Walter Ricciardi, presidente della Federazione mondiale di Sanità Pubblica, l’Italia rischia di raggiungere i 100mila casi al giorno nel mese di gennaio a causa della variante Omicron.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La terza dose di vaccino anti-Covid contro la variante Omicron rafforzerà le difese immunitarie e proteggerà la popolazione dallo sviluppo di sintomi gravi, ma non assicurerà la completa immunità dal contagio. Lo ha detto a Sky Tg24 Walter Ricciardi, presidente della Federazione mondiale di Sanità Pubblica. Secondo l'esperto, i 44mila casi di ieri 23 dicembre non rappresentano il picco della nuova ondata: a gennaio la curva continuerà a crescere e raggiungerà numeri simili a quelli degli altri Paesi. "Prevedo che a gennaio ci sarà un rialzo fortissimo e in quel momento dovremo fare il punto della situazione. Con l'anno nuovo rischiamo di superare 100mila casi al giorno come appena avvenuto nel Regno Unito – ha spiegato Ricciardi -. Dovremo sicuramente valutare se introdurre ulteriori misure. Nonostante non ci sia l'obbligo vaccinale, il nostro Paese ha raggiunto una delle coperture più alte al mondo. L'obbligo è una misura estrema e divisiva, necessaria per chi non ha i nostri numeri di vaccinati".

"L'uso delle mascherina FFP2 è legato al fatto che la variante Omicron sia molto più contagiosa della Delta. Prima di vedere l'effetto dei vaccini, il numero dei casi salirà ai livelli degli altri Paesi. Dobbiamo ancora resistere e concentrare i nostri sforzi a far arrivare il picco prima possibile, rendendo i numeri meno alti". Il rischio dei 100mila casi al giorno nel mese di gennaio resta però concreto secondo Ricciardi. La variante Omicron diventerà dominante nel nostro Paese e il suo maggior grado di infezione potrebbe mettere in difficoltà gli ospedali nonostante, sempre secondo gli esperti, sia meno aggressiva dal punto di vista clinico rispetto alla Delta. Lo conferma anche Silvio Brusaferro, portavoce del Comitato tecnico scientifico, intervistato dal quotidiano La Repubblica. Da unire alle terze dosi, il distanziamento sociale e l'utilizzo della mascherina all'aperto e al chiuso. "Abbiamo iniziato a ragionare come se il Covid stesse per finire, ma la verità è che la situazione è imprevedibile – spiega Guido Rasi, consulente del generale Francesco Paolo Figliuolo ed ex direttore dell'Ema -. Dobbiamo essere consapevoli che è impossibile stabilire una data di conclusione della pandemia e che i colpi scena sono tantissimi.

Secondo l'immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani, i numeri della Gran Bretagna potranno essere facilmente raggiunti già a Capodanno. Uno scenario non improbabile nonostante il pronto annullamento delle feste di piazza in occasione dell'ultimo dell'anno. Saranno però i party privati a causare un incremento della curva dei contagi. "Potremmo raggiungere i dati britannici a breve, con tutte le conseguenze del caso in termini di aumento dei ricoveri e passaggio di colore per alcune regioni – ha detto Abrignani al Foglio -. Sono a favore dell'obbligo vaccinale: quando una minoranza influenza in questo modo la vita della collettività, lo Stato deve imporre l'obbligo". Secondo l'esperto infatti, l'80% dei posti letto in terapia intensiva è occupato da persone non vaccinate. "Se tutti avessimo conseguito le due dosi, avremmo circa 200 persone ricoverate in area critica. Sarebbero quindi numeri facilmente gestibili". Anche sui decessi i dati potrebbero essere migliori: invece di superare le 100 vittime al giorno, si avrebbero dati più vicini alle decine. Numeri, insomma, paragonabili a quelli del periodo estivo.

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