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Migranti, Italia manderà militari in Niger. Maestri (LeU): “Atto peggiore della legislatura”

È arrivato ieri il via libera dalla Camera per le missioni militare italiane del 2018. Andrea Maestri (LeU): “Minniti e Pinotti rappresentano quella che Hannah Arendt chiamerebbe la banalità del male”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Siamo agli sgoccioli, al rush finale c'è tempo per un ultimo atto di questa legislatura. È arrivato il sì dell'Aula della Camera alla prosecuzione per il 2018 delle missioni internazionali, tra cui quella nel Niger. L'Assemblea di Montecitorio ha approvato la risoluzione di maggioranza, che ha ottenuto anche il voto a favore di Forza Italia. La Lega si è astenuta. Sulle premesse di parti della risoluzione, relative a singole missioni, hanno votato contro i deputati di M5S e di Leu.

Prima di togliere la seduta, la presidente Laura Boldrini ha comunicato che la Camera è convocata "a domicilio": un'espressione tecnica usata per dire che non si sa quando ci sarà una nuova seduta. L'annuncio è stato dato su Twitter anche dal premier Gentiloni: "Via libera della Camera alle missioni internazionali. Da Afghanistan a Iraq, da Libano a Kossovo, da Libia a Niger forze armate e cooperazione italiana lavorano per pace, sviluppo e stabilità, contro terrorismo e traffico di esseri umani". 

Era stata la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio a decidere che per autorizzare la missione si dovesse passare dal voto in Aula. Questa richiesta era stata avanzata da Mdp, Sinistra italiana e M5s. Il dpcm , varato nell'ultimo Consiglio dei ministri di fine dicembre, conferma le altre missioni già in corso (49 in tutto) e dà il via all'intervento militare in Niger, e ad altre 5 missioni.

Il ministro della Difesa Pinotti rivendica l'azione del governo, spiegando che la funzione delle missioni è quella di combattere il terrorismo, questa è la motivazione ufficiale: L'Italia ha deciso di partecipare allo sforzo dei Paesi del Sahel per contrastare la minaccia incombente del terrorismo di natura jihadista – ha aggiunto – e le nuove missioni approvate, tra cui il Niger, si concentrano in un'area geografica, l'Africa, che ha un prioritario interesse strategico"- e poi ha precisato -"La tipologia degli interventi previsti è principalmente focalizzata sulle attività di elevato impatto per la sicurezza e la stabilità internazionali, quali quelle di capacity building e di addestramento delle forze locali a favore di Paesi maggiormente impegnati nella lotta al terrorismo e ai traffici illegali internazionali".

Ma la decisione presa è profondamente sbagliata, per molti deputati, a partire dal segretario nazionale di Sinistra italiana Fratoianni, che ha votato no: "Missioni militari come quella relativa al Niger e alla Libia che, dal punto di vista della finalità degli obiettivi, dei risultati e del rischio che peraltro moltiplicano per le nostre truppe sul terreno e anche per il nostro Paese, sono per noi completamente irricevibili. Per questo il nostro voto negativo a questo provvedimento del governo"– ha detto durante un intervento – "Dietro questa scelta del governo si cela la vocazione del nostro Paese, sempre più spiccata, a trasformarsi nel gendarme d'Europa". 

Allo stesso modo si è espresso anche il deputato di Possibile, Andrea Maestri, esponente di Liberi e Uguali: "Sulla missione in Niger dicono che è di mero supporto e addestramento dei militari nigerini e allora perché inviamo ben 130 mezzi terrestri è 470 uomini? Per militarizzare il confine con la Libia e bloccare le rotte dei migranti" – ha detto – "Ma al di là delle illusioni elettorali i migranti troveranno altre strade per fuggire da guerre, persecuzioni e miseria, di cui l'Occidente ricco porta enormi responsabilità" E parla di un possibile cimitero nel deserto, come già avviene nel Mediterraneo, perché i migranti comunque continueranno a cercare di fuggire dai loro Paesi. "Sullo sfondo – conclude il deputato di Possibile – rimangono i campi di prigionia che l'Italia ha contribuito a riempire di esseri umani finanziando il lavoro sporco in mare della guardia costiera libica, gli accordi con gli presunti ex trafficanti, la guerra alle Ong. Minniti e Pinotti occupano la scena ma non fanno né ridere né piangere: rappresentano quella che Hannah Arendt chiamerebbe la banalità del male". Contattato da Fanpage.it, l'onorevole Maestri ha spiegato di non essere contro tutte le missioni autorizzate, perché in una risoluzione Sinistra italiana e Possibile avevano chiesto di distinguere caso per caso, teatro per teatro, approvando quelle missioni che sono invece dichiaratamente di peacekeeping: "Questo è l'ultimo atto, uno dei peggiori, che consacra la cifra politica e morale di questa legislatura, come la gestione del caso Regeni, o gli accordi di Minniti in Libia. Sono tutti tasselli di un mosaico avvelenato. La motivazione ufficiale è sicuramente in parte vera, ma penso che per contrastare il terrorismo abbia più senso un'iniziativa di intelligence. Ma il vero movente è il controllo dei flussi migratori e precisi accordi dell'Italia con i francesi in un'ottica neo-colonialista ed economica. Ma non viene mai citato questo dato: i richiedenti asilo sono lo 0,25% rispetto alla popolazione europea, non c'è nessuna invasione, ma nessuno ne parla".

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