“Amanda Knox molestata in galera da secondini e compagne di cella”

Amanda Knox, la studentessa americana oggi 25enne che per quattro anni è stata in carcere in Italia perché accusata dell’omicidio di Meredith Kercher, ha raccontato la sua verità in un libro dal titolo “Waiting To Be Heard”. Un’autobiografia nella quale la giovane, che ora dovrà sostenere un altro processo di appello in merito all’omicidio di Perugia, racconta l’inferno vissuto nel carcere umbro, dove era trattenuta per un delitto che – a suo dire – non ha commesso. Il Daily Mail ha pubblicato un’anticipazione del libro: scrive che Amanda Knox, in Italia, avrebbe subito gli abusi sessuali di un secondino e di una compagna di cella. Amanda nel libro racconta di quando, in continuazione, un’altra detenuta le avrebbe chiesto una relazione omosessuale, ricorda il verdetto (falso) di avere l’Hiv, e descrive nei dettagli le avance sessuali di un anziano secondino.
“Fissato sul tema del sesso, chiedeva se mi sarebbe piaciuto farlo con lui” – Presunte molestie sessuali che l’uomo, ora in pensione, ha sempre smentito. La studentessa di Seattle racconta che il secondino la accompagnava in quasi tutte le visite mediche, due volte al giorno, e di notte la chiamava fino al terzo piano in un ufficio vuoto per parlare. E, scrive Amanda nel suo libro, parlava sempre di sesso: “Era fissato sul tema del sesso, con chi l’avevo fatto, quanto mi fosse piaciuto, se mi sarebbe piaciuto farlo con lui”. “Chiacchiere” che la sorprendevano e la scandalizzavano a tal punto “che a volte pensavo che non capissi cosa mi dicesse”. “Quando mi accorgevo che voleva parlare di sesso provavo a cambiare argomento”, continua nel suo ricordo Amanda Knox.