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Adescano via WhatsApp una ragazza disabile e la violentano: nei guai due uomini di 53 e 64 anni

Il padre di una ragazza marchigiana disabile ha scoperto immagini sul suo smartphone che la ritraevano nuda assieme a due uomini adulti, che l’avevano precedentemente adescata via WhatsApp e che l’avrebbero anche violentata. La vicenda è finita in tribunale: al via processo bis per un 53enne di Civitella già condannato in primo grado a 4 anni, mentre un 64enne di Corropoli è già stato condannato in appello a 3 anni e 4 mesi di reclusione.
A cura di Ida Artiaco
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Ha scoperto che la figlia disabile era stata ripetutamente violentata dopo aver notato delle strane immagini sul suo smartphone. Dopo averla convinta a fargli vedere le chat aperte, aveva trovato delle foto che ritraevano la ragazza, affetta da una grave forma di deficit intellettivo, nuda assieme ai due soggetti, che sono stati poi arrestati all’esito delle successive indagini della Polizia. Questi fatti si sono avvenuti tra il luglio e il settembre del 2015, ma solo nei giorni scorsi sono arrivate delle novità dall'aula del tribunale di Teramo, dove la vicenda è finita. È, infatti, cominciato il processo bis per un 53enne di Civitella già condannato in primo grado a 4 anni di reclusione dai giudici delle Marche, accusato di aver detenuto materiale pornografico e violentato la giovane adescata su WhatsApp.

I giudici del collegio nella giornata di ieri, venerdì 15 febbraio, hanno respinto la richiesta del difensore dell’uomo di poter accedere al rito abbreviato, mentre la famiglia della vittima si è costituita parte civile. Come riporta il Corriere Adriatico, ad aver abusato sessualmente della ragazza c’è anche un secondo uomo, un 64enne di Corropoli, già condannato in appello a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Dopo la scoperta del padre, è stata la stessa ragazza a riferire agli agenti che indagavano sui fatti anche di incontri con i due uomini teramani, durante i quali sarebbero stati consumati rapporti sessuali. E in effetti quelle immagini non hanno lasciato molti dubbi agli inquirenti. La sua testimonianza è stata anche giudicata attendibile da una perizia effettuata da un docente di psicologia forense, per il quale la giovane ha sì un deficit intellettivo con compromesse capacità di ragionamento, ma anche che il suo racconto in merito agli incontri a sfondo sessuale avuti con i due uomini era credibile.

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