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Pirro (M5s) a Fanpage: “È giusto dare il via libera alla sugar tax, aiuterà contro il diabete”

Il via da luglio 2024 alla sugar tax sarebbe un fatto positivo secondo Elisa Pirro, senatrice M5s intervistata da Fanpage.it. Il governo Conte bis aveva introdotto la norma, poi sempre rinviata. Al momento, però, la maggioranza sta studiando un modo per ritardarla ulteriormente.
A cura di Luca Pons
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È arrivato a sorpresa l'emendamento del ministero dell'Economia – nel decreto Superbonus – che conferma di fatto l'intenzione del governo Meloni di dare il via alla sugar tax da luglio 2024. L'imposta sulle bevande analcoliche zuccherate era stata rinviata fino a fine giugno con l'ultima legge di bilancio, ma le dichiarazioni dell'esecutivo avevano fatto pensare che sarebbe arrivato un nuovo rinnovo (l'ennesimo, dal 2020 a oggi) o addirittura la cancellazione dell'imposta.

Nelle ultime ore, poi, la maggioranza ha aperto alla possibilità di un rinvio ‘a metà', solo fino al 2025. I dettagli dovranno essere decisi a breve, dato che i tempi per la conversione in legge del decreto sono stretti. Elisa Pirro, senatrice del Movimento 5 stelle, ha spiegato a Fanpage.it perché l'entrata in vigore della sugar tax sarebbe positiva.

Vi ha stupiti la mossa del governo di non rimandare più la sugar tax? Inizialmente c'è stata confusione, la relazione tecnica formulata dal ministero dell'Economia diceva esattamente il contrario, cioè che ci fosse l'intenzione di rinviarla fino al 2026. Poi ieri sera un nuovo colpo di scena: la norma potrebbe essere rimandata, ma solo fino al 2025.

Il pasticcio iniziale è stato stupefacente, di solito al Mef sono più precisi, evidentemente Giorgetti è in difficoltà nel gestire il suo ministero e sta raschiando il fondo del barile. Per il resto, mentre il Paese cresce dello zero virgola e si distruggono le imprese con norme retroattive sul Superbonus, Tajani e Giorgetti fanno finta di litigare sulla sugar tax. Ho l’impressione che tutto questo teatrino serva solo a distrarre dai problemi reali del Paese e dall’incapacità del governo di varare misure realmente in grado di rilanciare l’economia. Se al Mef hanno bisogno di fare cassa possono varare una vera tassa sugli extraprofitti bancari.

La sugar tax era stata varata dal secondo governo Conte alla fine del 2019, poi è sempre stata rimandata. Sareste favorevoli alla sua entrata in vigore adesso?

Sì, l'avevamo rimandata solo durante la pandemia, per ovvie ragioni. Ora non siamo contrari, anche se il modo in cui il governo agisce lascia perplessi.

Secondo voi avrebbe dovuto partire anche prima di luglio 2024?

Il nostro rinvio iniziale era legato alla pandemia, l'imposta avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2023 come era stato stabilito nella precedente legge di bilancio. Per noi era questo il momento corretto, ma questa maggioranza ha voluto procrastinare ulteriormente. Poi hanno lasciato credere a tutti che l'avrebbero prorogata ancora o addirittura eliminata, ma si sono rimangiati anche questa promessa, come molte altre.

Qual è l'idea alla base della sugar tax?

L'avevamo introdotta per questioni legate alla salute pubblica, a stili di vita più salutari e un'alimentazione più corretta. Quelle ragioni sussistono ancora oggi. L'obiettivo è far capire alle persone che il consumo eccessivo di bevande zuccherate edulcorate danneggia la salute. Il consumo eccessivo di zuccheri, soprattutto zuccheri semplici, può favorire l'insorgenza di un diabete di tipo 2, che vediamo in età sempre più precoci rispetto ai decenni passati, quando era tipicamente una malattia della terza età.

Le associazioni di categoria affermano che invece si tratti solo di una norma per ‘fare cassa', mettendo in difficoltà le aziende e spingendole ad aumentare i prezzi per i clienti.

Il punto è passare il messaggio che bisogna evitare il consumo eccessivo di zuccheri, infatti la tassa prevede l'esenzione per le bevande che abbiano un basso contenuto di edulcoranti. Proprio per dimostrare che l'intento non è quello di avere un maggiore una maggiore entrata per le casse dello Stato, ma contribuire a trasmettere un più corretto stile di vita per la tutela della salute dei cittadini italiani.

I prezzi sarebbero effettivamente più alti?

Sì, ma l'impatto sul costo finale è davvero irrisorio. Non stiamo assolutamente parlando di cifre esagerate, per il consumatore.

Le aziende del settore vorrebbero che la tassa non fosse fissa (5 centesimi al litro per tutte le bevande zuccherate), ma più bassa per i prodotti con meno zuccheri e poi a salire, in modo proporzionale. Cosa ne pensa?

C'era stata una discussione sul tema già alcuni anni fa, quando era stata introdotta. Solo che poi diventava troppo farraginoso il calcolo dell'imposta, si instauravano troppe variabili. Quindi, anche per semplificazione normativa, si era deciso di impostarla in questo modo. Detto ciò, se ci sono delle proposte per un'eventuale proporzionalità rispetto al contenuto di edulcoranti all'interno delle bevande, penso che sia una possibilità valutabile. Parlare di eliminarla del tutto, secondo me è l'errore. Anche perché non è una scelta estemporanea dell'Italia. Ci sono limitazioni in vari altri Stati europei e non, penso alla Gran Bretagna e alla Francia.

Un'altra obiezione di Assobibe, l'associazione che raccoglie le principali imprese del settore delle bevande analcoliche, è che in altri Paesi l'avvento di un'imposta come la sugar tax non abbia avuto effetto sui tassi di obesità, e che per di più in Italia il consumo di bevande zuccherate sia già sotto la media europea. Sarebbe, quindi, una tassa inutile che va a danneggiare le aziende.

Intanto, l'obiettivo principale non è assolutamente quello di contrasto all'obesità, ma di veder calare la prevalenza di alcune patologie croniche. Non è una cosa che si può misurare nel giro di poco. Negli anni passati si è registrato, soprattutto nelle fasce più giovani, un incremento dell'uso di questo genere di bevande. I risultati di questi aumenti per la salute dei cittadini si vedranno tra 15 o 20 anni.

Insomma, sono valutazioni che vanno fatte a lungo termine. Mentre il problema, cioè l'aumento di alcune patologie, è già una realtà oggi, perché il trend è iniziato più di vent'anni fa. Per cui bisogna intervenire.

Un'imposta che per i consumatori avrà un impatto piuttosto ridotto, come diceva, basta per far cambiare stili di vita a una popolazione?

La sugar tax è un passo che avrebbe dovuto far parte di un quadro più ampio, quando è stata ideata. Poi sappiamo tutti che è arrivata la pandemia, ci sono stati due cambi di governo e gli indirizzi sono cambiati. Nella nostra idea era parte di un disegno più generale, vedremo come si muoverà l'esecutivo.

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