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5 curiosità sull’Epifania nella tradizione popolare e religiosa

L’Epifania è una tra le più controverse festività della tradizione cristiana per via della sua forte connotazione popolare. Arriva il 6 gennaio e celebra la venuta dei Re Magi che recano doni al Bambin Gesù. Nel tempo la solennità ha assunto una personificazione differente nella celebre figura della Befana che tra la notte del 5 e del 6 vola sui cieli per imbucarsi nelle case dai comignoli e riempire le calze dei bambini di dolci e doni. Ecco 5 curiosità storiografiche e tradizionali.
A cura di Silvia Buffo
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'Visita dei Magi: San Giuseppe, Maria e i Re Magi con Gesù Bambino' di Giotto.
‘Visita dei Magi: San Giuseppe, Maria e i Re Magi con Gesù Bambino' di Giotto.

La festività, nota nel mondo cristiano per la venuta dei Re Magi in visita a Gesù Bambino per offrirgli oro, incenso e mirra esaltandone così la Natività, fa risalire la sua origine etimologica al termine termine greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”. Si celebra tra il 5 ed il 6 gennaio anche nella tradizione popolare dove la Befana ha però assunto un altro significato e soprattutto connotazioni somatiche differenti rispetto alle figure dei Re Magi: è una vecchietta sgangherata col nasone che, nella notte del 6 gennaio, vola a cavallo di una granata per intrufolarsi nelle case attraverso il comignolo e riempire di doni le calze che i bambini hanno provvidamente appeso al camino, con caramelle e altri dolci se i bimbi sono stati buoni, con carbone se sono stati cattivi. Viene a volte assimilata a una strega, ma in effetti non lo è, poiché nonostante il pessimo aspetto non ha affatto una natura demoniaca semmai un po' buffa e benevola.

1. L'origine risale a riti propiziatori pagani legati all'agricoltura.

L'origine risale al mondo dei contadini del X-VI secolo a.C in relazione al raccolto dell'anno trascorso, ormai chiuso e pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell'Italia Centrale e meridionale. Gli antichi Romani ereditarono tali riti, per poi associarli al loro calendario lunisolare  spesso associato a simboli mitologici delle figure femminili in volo sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti da cui il mito della figura "volante". Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre per altri veniva identificata in una divinità minore chiamata Abùndia, la dea dell'abbondanza e questo spiegherebbe l'associazione alla festività dello scambio di doni.

2.  L'antica festa dei doni e la condanna della Chiesa di Roma.

Si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia, da cui deriva anche il termine "strenna", e durante la quale ci si scambiavano regali. La Befana si richiamerebbe anche ad alcune figure appartenenti alla mitologia germanica sempre di natura femminile. A partire già dal IV secolo d.C., la Chiesa di Roma cominciò a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendoli frutto di influenze sataniche. Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che dal Basso Medioevo, confluirono nell'attuale figura, il cui aspetto, benché benevolo, fu chiaramente associato a quella di una strega. Una figura quantomeno insolita, per la sua natura solitaria e itinerante nella notte, per il suo aspetto anziano e ingrigito più vicino ad una strega che ad una vecchia.

3. La Befana come raffigurazione simbolica dell'anno vecchio.

In molte parti d'Italia, l'uso di bruciare o di segare in pezzi di legno un fantoccio a forma di vecchia, in questo caso pieno di dolciumi, rientrava invece tra i riti di fine Quaresima. In quest'ottica, anche l'uso dei doni assumerebbe, nuovamente, un valore propiziatorio per l'anno nuovo. Secondo una versione "cristianizzata" di una leggenda risalente intorno al XII secolo, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una signora anziana. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. I bambini usarono poi, mettere delle scarpe delle calze esposte sull'uscio di casa o sui cigli dei camini proprio perché sarebbero servite da ricambio per rendere più agevole il lungo viaggio della vecchietta; ma, se quest'ultima non ne avesse avuto bisogno, le avrebbe lasciate lì, e riempite sorprendentemente di dolci.

4. La Befana e il Carbone.

Il carbone o la cenere da antico simbolo rituale dei falò, inizialmente veniva inserito nelle calze o nelle scarpe insieme ai dolci, per evocare sia la nuova stagione ma richiamare anche i fantocci bruciati. Nell'ottica morale cattolica dei secoli successivi, nella calze e nelle scarpe veniva inserito solo il carbone come punizione per i soli bambini che si erano comportati male durante l'anno precedente. Ciò faceva da monito ad avere una buona condotta perché ogni bambino desidera ricevere i dolci come premio di un buon riconoscimento della propria educazione ma anche come momento di svago nel calore del clima di festa. Di solito trovare nelle calze esclusivamente carbone era una vero e proprio trauma, allora il carbone veniva caramellato per ironizzare e rivisitare simpaticamente la tradizione.

5. Il fantoccio femminile esposto la notte dell'Epifania.

Nei secoli recenti, le rappresentazioni italiane della Befana sono largamente diffuse, spesso si tratta di un figurante che si cala dal campanile della piazza di un paese, oppure di vecchiettine travestite per distribuire dolci e doni ai bambini. In alcuni luoghi però, nel linguaggio popolare, è chiamata Pefana, proprio con la lettera P, come nel paese di Montignoso, nel resto della Provincia di Massa-Carrara, in quella della Spezia, come anche in Garfagnana e Versilia, con tradizioni non in linea con le solite celebrazioni previste il 6 gennaio, per queste ragioni l'Epifania è da considerarti una festività enigmatica ma anche controversa e sfaccettata poiché nella sua ricorrenza confluiscono significati popolari e religiosi, superstizioni e leggende in un connubio che crea intorno ad essa un fascino intramontabile e una festa molto amata.

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