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Vertice Ue: Juncker presidente commissione. Renzi: “L’ho votato perché dovevo”

Dopo momenti di tensione, pace fatta tra Renzi e Merkel al vertice europeo. Jean-Claude Juncker designato nuovo presidente della commissione europea.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE Jean-Claude Juncker designato ufficialmente come presidente della Commissione europea. Ad anticiparlo via twitter il presidente uscente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy che scrive: "La decisione è stata presa, il Consiglio europeo propone Jean-Claude Juncker come prossimo presidente della Commissione europea". La due giorni di trattative del Consiglio europeo a Ypres dunque ha dato i suoi frutti, nonostante momenti di tensione alla fine si è giunti ad un accordo tra i capi di governo dei Paesi membri dell'Unione Europea. A quanto si apprende a favore del rappresentante lussemburghese del Ppe hanno votato 26 dei 28 leader europei. Contro Juncker si sono espressi solo il premier  britannico David Cameron e l'ungherese Viktor Urban. Per prendere il posto del portoghese Jose Manuel Barroso, Jean-Claude Juncker ora dovrà essere votato dal Parlamento europeo il prossimo 16 luglio.

Renzi:

Renzi: "Ho votato Juncker perchè era scritto nel documento UE"

"Ho votato a nome dell'Italia per Jean-Claude Juncker come presidente della Commissione perchè c'era un documento altrimenti non lo avrei fatto e perché c'era un accordo politico tra le forze di coalizione". Così il premier, Matteo Renzi, in conferenza stampa. "Per me – ha aggiunto – Juncker è colui che ha ottenuto il maggior numero di deputati anche se ne ha perso qualcuno".  E poi chiarisce che "non è mai stato fatto il nome di Letta per la presidenza del Consiglio Ue: è evidente che se hai la presidenza della Bce — Draghi, ndr -è difficile che un’altra presidenza tocchi all’Italia". Proprio il documento UE, ha aggiunto Renzi, "afferma che, se un Paese fa le riforme strutturali sul serio, ha diritto alla flessibilità più ampia". E, ha ribadito, proprio quel documento è "il punto politico per noi più importante. Ora le riforme vanno fatte. Riteniamo che non si debbano violare le regole del Patto, ma viola il principio del Patto chi parla solo di stabilità e non di crescita".

Giornata decisiva oggi in Europa dove è in programma la seconda giornata del Consiglio europeo con l'atteso summit tra i capi di governo dei Paesi dell'Ue. Sul tavolo infatti oltre al nodo delle nomine per la Commissione europea, cioè la composizione del futuro governo dell'Unione Europea, anche le politiche economiche e sociali da intraprendere per i prossimi anni. Nodo fondamentale è il tema della flessibilità sui vincoli di bilancio, già al centro di una lunga discussione ieri sera tra il nostro premier Renzi e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Una discussione che secondo indiscrezioni avrebbe avuto momenti di forte tensione tra i due leader vista la posta in gioco. A quanto si apprende, lo scontro maggiore sarebbe sorto intorno alla possibilità di inserire o meno il cofinanziamento dei fondi Ue e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilità. Dopo la lunga notte di trattative tra le delegazioni nazionali, però ,questa mattina c'è stato un nuovo incontro distensivo tra i due capi di governo con parole più concilianti attorno ad un nuovo documento programmatico.

L'accordo sul testo programmatico

A quanto si apprende infatti prima dell'inizio dei lavori del vertice Ue, i due leader hanno avuto un nuovo faccia a faccia, questa volta "svolto in un clima disteso e positivo". Secondo fonti diplomatiche, Renzi e Merkel hanno discusso sul nuovo documento programmatico per la prossima Commissione e sulle nomine ai vertici con atteggiamento più conciliante rispetto a ieri. "Abbiamo ottenuto quanto volevamo: ampi spazi di manovra sul fronte della flessibilità con l'impegno a tenere conto delle riforme strutturali e la possibilità di sviluppare strumenti finanziari per progetti di investimenti nel lungo periodo" ha spiegato Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con deleghe alle Politiche e Affari Europei.

Jean-Claude Juncker prossimo presidente della commissione europea

Trovata una bozza di accordo sul documento che indica quali saranno le priorità del prossimo governo Ue, fortemente voluto dall'Italia, ora resta il nodo delle nomine che dovranno metter d'accordo i 28 Paesi membri. "C'è un ok su Juncker ma solo con un documento che indichi dove vuole andare l'Europa" aveva spiegato ieri Renzi, ma il nome dell'ex presidente dell'Eurogruppo non piace a tutti. Contro Jean-Claude Juncker si è schierato ad esempio il premier britannico David Cameron ribadendo che la sua figura non rappresenta il cambiamento chiesto dai cittadini europei.  "Non è la persona giusta per guidare questa istituzione" ha spiegato Cameron che però ieri è stato politicamente isolato e probabilmente oggi dovrà sottostare alla scelta della maggioranza.

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